Dicesi cantautore persona, nella fattispecie un’artista, che canta ed interpreta brani scritti, e spesso, musicati dalla persona stessa.
Nel nostro caso il giovane chitarrista padovano, qui al debutto, presenta dodici pezzi che proprio nella scrittura pagano un po’ dazio nei confronti di chi, questo tipo di fare musica, ha dato un grosso contributo. Senza andare oltreoceano (dove nomi tipo Bob Dylan, Leonard Cohen, Joan Baez, Gilbero Gil, Caetano Veloso farebbero tremare i polsi a chiunque), se invece (dato che i testi sono scritti interamente nella nostra lingua madre) facciamo riferimento alle varie scuole italiane, da quella genovese a quella milanese, passando attraverso quella emiliana e la sua lunga via, ebbene presumo ci sia molto da lavorare per il ragazzo veneto.
Non si tratta di problemi tecnici compositivi, ma di capacità narrativa che è sicuramente disgiunta da elementi anagrafici (quando Claudio Lolli incise “Aspettando Godot“, il suo primo capolavoro, aveva sì e no ventidue anni): le tematiche toccate probabilmente appartengono ad un vissuto estremamente personale, ma che fanno fatica ad oggettivarsi causa riflessioni che, pur partendo da un mondo particolaristico, non compiono quell’iter necessario per giungere ad un universalismo più completo. Ripeto qui non vi è una critica legata alla poca dimestichezza con un vocabolario di termini, lessico che risulta tendenzialmente esiguo, ma è decisamente la trama del flusso del racconto dei pezzi che non riesce a portare l’ascoltatore a delle raffigurazioni situazionale, volendo anche metaforiche, più generali (mi viene in mente “Autogrill” di Guccini). Essendo il disco d’esordio, sicuramente c’è un grosso margine di miglioramento, perché si percepisce che esistono delle potenzialità: ogni artista, comunque, uscendo dall’anonimato segreto e protettivo del proprio privato, accetta di essere sottoposto al giudizio di chi si accosta all’opera da lui stesso prodotta. Ora, è vero, che io sono un semplice ed umile scribacchino qualunque e che quindi la mia opinione ha un peso specifico molto relativo, ed altresì vero che alcuni produttori si sono mangiati letteralmente le mani per non aver supportato esordi o scelte stilistiche di alcune band che poi si sono rivelate smosse vincenti a livello mondiale (mi vengono in mente Beatles e Queen), e magari anche io non ho afferrato e compreso la potenza innovativa di questo esordiente artista, ma rimane l’enorme gap con le tematiche descritte ed il modus narrandi fra il nostro Thomas Libero e coloro i quali hanno avuto la capacità, attraverso le loro parole, di far sorridere, di commuovere e di stimolare estrema curiosità in tantissime persone simili a me.
Leonardo Tomei
Tracklist:
- 07/03
- In Questa Città
- Disordine Dei Mille Perché
- Eri Tu
- Bellissimo Disastro
- Lasciami Stare
- Resterò
- Questa Storia La Scrivo Io
- La Mia Guerra
- Nella Notte
- Ip
- Favole
- Anno: 2024
- Etichetta: Libero Corp.
- Genere: FM Rock
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