Il funeral doom metal è un genere che il nome stesso descrive, musica mooolto lenta, ma ancora più lenta è la genesi di questo album di debutto del combo partenopeo Embrace My Ruin, i quali attivi dal 2005 hanno sinora pubblicato un solo Ep nel lontano 2006, quindi arrivano a questo ‘Kamaratòn‘ dopo 20 anni!

I cinque ragazzi ci presentano 6 brani per un totale di circa 55 minuti di musica angosciante, che va ad esplorare nel profondo il genere funeral, ispirandosi ai My Dying Bride, giusto per fare un esempio, imprimendo la propria personalità che emerge nei 10’50” della title track, vero fiore all’occhiello dell’album ispirata dal poema del XVI secolo del poeta italiano Berardino Rota. Esasperazione, growl profondo, atmosfere cupe pregne di pathos aleggiano nelle casse dello stereo sprofondando nell’infinito senza ritorno. Un po’ il canovaccio di questo album, adatto agli amanti del genere che potranno trovarvi tutto quanto loro cercano.

Fare una track by track è impossibile visti gli stilemi proposti, di certo posso affermare l’enorme potenzialità della band, composta da Raffaele Di Maio (Bass & Vocals),  Marcello D’Anna  (Guitars), Davide Di Cioccio  (Guitars),  Mauro Di Maio (Keyboards) e Daniele Ciao (Drums). Innegabili le doti tecniche, ottima la produzione e la registrazione effettuate presso i Kammermuzak Studios di Napoli.

Un disco complesso, impressivo, composto con perizia e dovizia, assolutamente da avere per gli amanti del genere.

 

Klaus Petrovic

 

Tracklist

  1. Through A Shattered Glass
  2. Kamaratòn
  3. The Unmourned
  4. The Deepest Ocean
  5. As Winter Comes
  6. Pareidolia
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Funeral Doom Metal

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