Dal profondo Friuli, dalla cittadina di Pordenone, nota anche per Angioletta Delle Rive (popolana processata dalla Inquisizione per stregoneria nel XVII secolo), proviene questo power psycho stoner trio, formatosi nel 2013 che vede Andrea Carlin alla batteria, Stefano Crovato alla chitarra e Riccardo Quattrin al basso e alla voce.
Dopo un ep omonimo autoprodotto nel 2015, segue il debutto nel 2016 con “Yard“, che anticipa il secondo lavoro “Fathom” del 2019 uscito per Argonauta Records. Eccoci dunque al terzo full – length a firma dell’etichetta di Treviso. In più di dieci anni di carriera hanno accumulato una notevole quantità di esperienza che hanno voluto concentrare in questi sei pezzi che sintetizzano veramente un percorso musicale compiuto durante tutto questo periodo. La musica proposta è come se fosse lì, gettata quasi per caso, come uno scherzo del destino, a voler raccontare i vissuti emotivi, sganciata da un freddo calcolo razionalistico. L’apparente casualità delle atmosfere, i continui cambi di ambientazione dinamica, non debbono trarre in inganno circa la precisione filologica del racconto musicale. Come in ogni essere umano non vi è stabilità asettica nel percepire la natura intorno, così i pezzi che vengono suonati in questo “Pole” hanno una tale forza descrittiva che riescono a vagolare e ondeggiare nell’universo sensitivo delle emozioni.
L’apertura va subito a porre in essere un quesito sulla contraddizione palese fra presenza ed assenza, dove la caratteristica ontologica dell’essere in quanto tale si posiziona in estrema antitesi con la continua ricerca della volontà di presenza, in un non luogo fuori dal tempo in una terra di negazione, dove se tutto è vietato e negato, allora nulla è impossibile a priori e quindi si arriva al paradosso dell’esistenza del nulla come luogo fisico. Il quattro quarti incessante ci accompagna in questa landa lontana e desolata, con la distorsione del basso che ci indica la via da seguire. Continua il nostro peregrinare fra le braccia di Nostra Madre Natura e ciclicamente possiamo imbatterci in rinascite e nuove ripartenze dove il disgelo (“The Thaw“) si apre davanti ai nostri occhi con tutta la sua freschezza e permette di parlare con tranquillità fra di loro, forse per la prima volta, Angus Young, Tony Iommi e Franco Mussida: per rendere l’atmosfera ancora più accogliente si va alla ricerca del fuoco, elemento primordiale, naturale, una caccia che ben viene accompagnata da lontani vagiti grunge del pezzo numero tre. Siamo a metà disco ed il nostro vagabondare sembra non sia ancora giunto a destinazione ed il rischio di perdersi in un nostro deserto interiore è ancora molto reale e alto; ma non abbiate paura i Veuver vi condurranno verso un’oasi rilassante, un po’ malinconica e nostalgica, ma comoda ed accogliente ove riuscirete anche a riposare un poco. Una luce improvvisa vi desterà dal vostro torpore e tramite un ritmo tribale, molto sciamanico, vi indicherà la nuova direzione da prendere: “The Sudden Light“, letteralmente, con il suo incalzare, vi accompagnerà in questo cammino, lungo il quale profumi e colori si apriranno al vostro passaggio, in compagnia del sole nascente dalle colline.
Un pezzo didascalico!
L’itinerario sta svolgendo al termine ed anche la musica si fa più leggera, più rarefatta, entra in un loop liberatorio, dove le sonorità, sebbene sempre parecchio intense, lasciano lo spazio a distorsioni meno invasive.
La Go Down ha messo sotto contratto un altro gruppo molto interessante.
Leonardo Tomei
Tracklist:
- Land Of Denial
- The Thaw
- Quest For Fire
- Inner Desert
- The Sudden Light
- Thrive On Empty Temples
- Anno: 2024
- Etichetta: Go Down Records
- Genere: Psycho Stoner
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