Il quintetto romano è qui al secondo lavoro in studio dopo l’interessante esordio nel 2020 con “Five Lines” per la Volcano Records. I fratelli Quagliozzi (il cui cognome mi ha ricordato un giocatore del Cagliari di inizi anni 80),uno, Mario, alla batteria, mentre Marco è dietro al piano, hammond, tastiere, insieme a Bruno Baudo, alla voce, a Gilberto Giangolini alla chitarra, a Tommy Conti al basso, hanno creato nel 2017 questo super gruppo, una sorta di Mr Big in salsa nazionale. In realtà sul cd di esordio erano presenti Maurizio Cerantola (voce e chitarra) e Massimo Canfora (chitarra), ma il nucleo originario, il nocciolo duro era già ben evidente.

Non più di primo pelo, sebbene sotto questo moniker abbiano all’attivo soltanto due cd, hanno alle spalle una sconfinata prateria costellata di collaborazioni, che non sto qui ad elencare perché sarebbe veramente lunghissima; sono preparati, virtuosi, esperti, gigioneggiano sul palco, una scorza resistente e abituata alle più impreviste intemperie del Rock, sono rocciosi, cinque rockers che hanno voluto omaggiare in un sol colpo, sintetizzabile nel nome dato alla band, i miti della musica che più amiamo, un luogo immaginario che racchiude i personaggi più illustri, coloro i quali hanno lasciato un segno indelebile per tutti noi.

Il cd inizia con la trascinante “Get Away From You” in piena area Deep Purple dove la voce calda del nostro singer è più vicina a quella di un Coverdale piuttosto che a Gillan; un intro dettato dal basso fretless, il cui incedere viaggia un po’ fra le linee segnate a suo tempo dai Rush, ci apre le atmosfere del secondo pezzo con continui cambi di accordi e stacchi.

Struggente e dolcissima è “No Man’s Land” appoggiata su un giro di accordi minori che sembrano tracciare i contorni della desolazione di una terra sconosciuta e che non appartiene a nessun uomo.

Molto Blues Rock è la quarta traccia che ricorda gli Europe della rinascita, quelli del nuovo millennio quelli di “My Woman My Friend” per intenderci; un vago rimando alle sonorità dei nativi d’America (quelli del Nord ovviamente) si percepisce all’inizio di “Flying High“, quinto pezzo, una suite strumentale di otto minuti e trenta che cita Gilmour mischiandolo con le melodie mediterranee; il coinvolgimento è assicurato se chiudete gli occhi e vi fate trasportare dalle note verso le spiagge di Itaca. Di passaggio la sesta canzone che ci prepara al Southern Blues, caldo ed appiccicoso, di “My Old Whiskey Bottle” ed il titolo è già tutto un programma. “I Remember You” presumevo fosse l’altra ballad ed invece è un bel pezzo Hard Rock, pesante, arcigno e cadenzato che ricorda da vicino i Foreigner. A chiudere la strumentale “Light After The Dark” che, avvolgendo il nastro, ci riporta prepotentemente a Jon Lord ed ai suoi Deep Purple.

Un album suonato magistralmente che non sfigura assolutamente con altre produzioni straniere.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. Get Away From You
  2. Sweet Lady Luck
  3. No Man’s Land
  4. Man On The Run
  5. Flying High
  6. On The Razor’s Edge
  7. My Old Whiskey Bottle
  8. I Remember You
  9. Light After The Dark
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Club Inferno Ent.
  • Genere: Hard Rock

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