A me questo breve disco di Thrash Metal imbastardito è proprio piaciuto: la sua verve inarrestabile e genuina giustifica a pieno titolo l’esistenza del trio padovano all’interno di un genere che sembrerebbe ormai aver detto e dato tutto. La carta vincente dei Ninja veneti non è tanto l’originalità, ma la personalità: un approccio leggero ma non superficiale, un’attitudine credibilissima e un piglio smargiasso e competentemente cazzone.
Oltre ad una potenza devastante.
Se i riff che andranno a comporre le successive otto tracce sono tutto sommato abbastanza ordinari, l’apertura strumentale della title track è affidata ad un iconico tema schiacciasassi che rievoca immediatamente i capisaldi del genere (Anthrax?), proponendosi come un ipotetico “classico” apocrifo.
Già con “Fagbot” verrete convinti a suon di schiaffi in faccia della validità della proposta di questi balordi, che a quanto pare sanno tenere in mano pure gli strumenti, oltre alle bottiglie di birra: una serrata rifferia alla Tankard squarciata da un’apertura di disarmante semplicità fatta di due accordi in puro stile Ramones e una corsa a perdifiato per uno scompigliato assolo finale. Ciò che convince, al di là delle composizioni, sono le performance dei tre “fratelli” Cobretti (hanno tutti lo stesso cognome…): la precisione furiosa e instancabile del batterista Alba, le inarrestabili ritmiche trascinanti di Stinky alla chitarra e Miron che non solo grida con growl profondo e possente, ma riesce persino a far sentire (con un gran bel suono) il proprio basso! Ah, lo so, ho un debole per i power trio…
E tra una “Balls Of Wrath” che lascia spettinati per potenza ritmica (quando nella seconda metà del pezzo sembra mettere il turbo) e i riff accattivanti di “Five Bellies”, la scaletta scorre veloce all’insegna dell’omogeneità stilistica, senza cedere di un passo, in un continuo assalto verso l’ascoltatore. Certo alcuni momenti restano piuttosto anonimi, ma arriva qua e là una zampata vincente capace di riprendersi l’attenzione.
“Bite My Calf” ha un’intro alla Motorhead di basso e batteria, ma si discosta presto da quel modello, aprendosi a soluzioni musicali inattese e una sezione finale molto efficace.
Il fatto che il disco duri solo venticinque minuti è un elemento fortemente positivo nella mia valutazione, dato che mi permette di apprezzare l’energia debordante e contagiosa della band senza stare troppo a sottilizzare su eventuali limiti di scrittura e composizione. A voler cercare il pelo nell’uovo, non nuocerebbe al gruppo l’inserimento di qualche gancio in più, per caratterizzare in maniera icastica e inconfondibile i singoli brani, rendendoli veri e propri inni Thrash e non “solo” una raffica di proiettili impazziti.
Un dischetto verace, urgente, vero, con le palle, che ci ricorda perché l’Heavy Metal è il nostro genere preferito.
Marcello M
Tracklist:
- Turmoil Of Humanity
- Fagbot
- Balls Of Wrath
- Uphill Gardener
- Five Bellies
- Three Painful Hours
- Bite My Calf
- Metal Jukebox Prophet
- Bounce By The Ounce
- Anno: 2024
- Etichetta: Punishment 18 Records
- Genere: Thrash Metal
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