L’antico dilemma dell’essere conforme al proprio anticonformismo, diventa qui evidente e si fa molto chiaro agli occhi di chi, come me, probabilmente certe situazioni le ha vissute sulla propria pelle.

L’intento è più che nobile, quello cioè che è stato l’obbiettivo di tanti musicisti andando anche oltre lo stesso concetto di genere: escludendo nel nostro caso il Metal, latu sensu, qualunque artista ha sempre cercato una quadratura del cerchio, un salto oltre l’ostacolo, tentando di percepire un nuovo modo di intendere l’arte, slacciandone in ogni epoca regole, pregiudizi e vincoli che ne hanno limitato l’evoluzione in relazione ai dettami derivanti dal periodo precedente, indicando quindi le coordinate generali per l’evoluzione stessa. Se poniamo per un momento il nostro pensiero alla storia della musica, ogni passaggio dal vecchio al moderno è stato contrassegnato da cambiamenti, a volte radicali, per esempio nelle strutture armoniche (si pensi alla musica classica che durante il 1500 vide svilupparsi una polemica fra coloro che sostenevano le forme polifoniche e i proponenti invece delle forme monodiche); nella prima traccia che è una sorta di manifesto, di esplicazione del pensiero di Red Sky, si ascoltano messaggi quasi definitivi, oltre tempo, prorompenti (“… la sua musica non era vincolata ad alcun genere”, “… il suo stile senza stile venne ricordato nei secoli successivi come Future Metal”). Qui si pone una questione essenziale: il vezzo della novità, della particolarità della innovazione sta forse nella svolta esecutiva e nella sua relativa difficoltà di svolgimento? Scrivere musica difficile da ascoltare è sinonimo di innovazione? Forse le ultime composizioni di Beethoven erano facili per gli ascoltatori di allora? Oppure tante opere di Bach suonavano godibili alle orecchie degli astanti a cavallo tra il 1600 ed il 1700? Che dire invece dopo il grande periodo del Barocco e del Romanticismo, l’irrompere sulla scena internazionale della Dodecafonia ideata da Schonberg?

Presumibilmente, per concludere, fra uno skit ed una traccia, tra intro ed outro, fra Manga, Fantasy, Fantascienza, futurismo ipotetico – non certo quello di Marinetti -, argomenti che sono totalmente lontani dalle mie conoscenze emotive, non ho saputo cogliere il messaggio implicito e nascosto che il nostro Red Sky ha voluto lasciare a tutti noi. Il suo “Future Metal” è un concept album che non è stato capace di entrare nel mio mondo musicale, non ha avuto le potenzialità tali per scardinare tutta quella impalcatura culturale che dopo decenni di ascolti probabilmente inizia a scricchiolare e rischia di cedere i basamenti a causa dei colpi inferti da auto tune e campionamenti campionati statisticamente.

 

Leonardo Tomei

 

Track List:

  1. 3024 (intro)
  2. Promessa Alle Stelle (skit)
  3. Mirai Desu
  4. Il Cielo Si Tinse Di Rosso Quel Giorno (skit)
  5. Future Metal
  6. I Fiori Dell’Anima (skit)
  7. Kami No Nyuron
  8. Il Senso Delle Cicatrici (skit)
  9. Live By The Sword, Die By The Sword
  10. Sacrificio (skit)
  11. Diamond From My Eyes
  12. Il Cielo Era Nero (skit)
  13. Toki Ni Wa
  14. Trasmutazione (skit)
  15. Kanashimu Toki Wa
  16. Il Sangue Divenne Oro (Outro)
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Alternative Rap Metal

 

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