Gli Aydra annunciano la ristampa del loro primo full-length, originariamente pubblicato in formato CD nel 1999 dall’etichetta indipendente Square Squid Promotions, in una tiratura limitata a 500 copie.
Pertanto lo scorso 27 maggio, l’album è stato rilasciato tramite Rude Awakening Records in una versione in vinile colorato limitata a 200 copie numerate. Questa nuova edizione si presenta con un artwork rinnovato e soprattutto con una rimasterizzazione che esalta ulteriormente il valore di questo lavoro musicale. La pubblicazione di ‘Icon of Sin‘ ha segnato la transizione definitiva degli Aydra verso sonorità più estreme, diventando una pietra miliare del Death Metal italiano. Infatti, proprio grazie a questo album, la band si è assicurata un’intensa attività live promozionale condividendo il palco con diverse realtà italiane e nomi di importanza internazionale come i Napalm Death, gli Avulsed e i Dark Lunacy.
Considerato uno dei lavori più interessanti del panorama death metal italiano degli anni ’90, seppur di chiusura al millennio, ‘Icon Of Sin‘ si distingue per il suo carattere tecnico. I riff di evidente matrice thrash sono arricchiti da assoli incisivi e virtuosismi ben dosati, mentre le strutture compositive trasmettono idee originali e innovative. Il loro sound richiama la corrente italiana Progressive Death oscura degli anni ’90, ideata dai Sadist con i leggendari album ‘Above The Light’ (1993) e ‘Tribe’ (1995). Si possono anche cogliere echi sperimentali vicini ai canadesi Voivod, autori di capolavori come “Killing Technology” (1987) e “Dimension Hatröss” (1988) così come a realtà del metal italiano più underground, i Jester Beast di “Poetical Freakscream” (1991).
La title track ‘Icon Of Sin’, segna l’apertura dell’album, in cui si evince una produzione di discreta qualità e chitarre sottili ma arricchite da soluzioni mediamente studiate. Le voci, molto presenti, includono interventi stereofonici che spiccano e regalano esperienze a tratti tribali e rudimentali come anche percepite nei brani ‘Between The Devil And The Deep Blue Sea’ e in ‘No One’s Tale’. Per ‘Reflect And Desist’, si presentano sempre chitarre pulite che con un chorus cristallino introducono un riffing elettrostatico direzionale a un Tech-Death ricercato. La doppia cassa è incisiva e le strutture complesse risultano ancora più evidenti.
Con ‘Pleasure Dome’ ci si avvicina ad atmosfere Coroner poiché il brano offre sempre chitarre sottili e vetrose, alternate a soli dinamici che creano un equilibrio piuttosto raffinato. L’iconica ‘The Day Of The Wedding’, un brano più innovativo con chitarre acustiche sovrapposte al cantato, una scelta rara ma piuttosto efficace. Gli Aydra dimostrano qui la loro creatività, richiamando lo stile di gruppi come i Despair su ‘History Of Hate’ (1988).
In ‘Xavier’s Dream’ si ode un’apertura onirica con chitarre clean, seguita da un riffing potente e granitico. Doppia cassa e voci raddoppiate originano un Death Metal dissonante e memorabile, perfettamente nel marchio distintivo degli Aydra. La dinamicità di ‘Lost Time Fury’, con ritmiche thrash e vocalizzi, è alternata da un graffiato e un growling acido. Un intermezzo acustico in stile valzer aggiunge un tocco unico, supportato da linee di basso dettagliate e coinvolgenti. Dopo un’intro radiofonica, il brano ‘Night Drive’ propone riff dinamici e melodici, con basso slap negli stacchi. Un finale melodico ed esotico, ricco di richiami all’Heavy Metal classico stile Iron Maiden.
È la volta finale della curiosa ‘No R.M.X.‘ dove il disco si chiude con un mix ritmico che spazia verso sonorità più house o ”techno” per un brano di carattere “strafottente”, meno comprensibile dai più tradizionalisti. Che si tratti di un’ironia o meno, descrive la transizione tra vecchio e nuovo millennio. Una scelta sperimentale che richiama i Voivod sulla compilation ‘Kronik’ e riflette il desiderio di esplorare un nuovo territorio senza rinunciare all’identità della band. È ben intuibile che questo genere musicale abbia subito molta sperimentazione, chi per competere nel mercato, chi per discostarsi dalle proprie origini o nel maggior dei casi: finire perdendosi per la strada.
Questa ristampa non è solo un viaggio nella storia degli Aydra, ma un’occasione per riscoprire un album capace di mescolare tecnica e sperimentazione con una qualità sonora coerente per l’epoca.
Tracklist:
- Icon of Sin
- Between the Devil and the Blue Sea
- No One’s Tale
- Reflect and Desist
- Pleasure Dome
- The Day of the Wedding
- Xavier’s Dream
- Lost Time Fury
- Night Drive
- No R.M.X.
- Anno: 2024
- Etichetta: Rude Awakening Records
- Genere: Technical Death Metal
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