Venerdì 20 Dicembre
Posto che vai, bussola che trovi!
E’ stata questa l’esclamazione che ho avuto quando, passando pochi giorni fa in zona Chianciano, ho visto il famigerato locale.
In effetti, rimuginando, noto che in ogni località che si rispetti si chiama così il ritrovo della movida piu ‘In’ della zona.
Questo l’ante fatto.
Ciò che segue è mera cronaca e casualità.
Da giorni la nostra pagina riporta la news di un evento che si terrà proprio lì: la Bussola Inn di Chianciano Terme!
Grande curiosità quindi anche se sfortunatamente questa volta non sono stata nominata, ma non ho resistito a mettere il mio zampino in questo report.
Lascio con sommo orgoglio il mio posto al nostro Illustrissimo Capo Klaus che per l’occasione si è scomodato insieme al mio inseparabile (non questa volta) collega e sono partiti in trasferta ad assistere allo spettacolo.
Io riporto solo il primissimo commento a caldo: a questa età non si può suonare alle 2 di notte, a quell’ora si deve dormire!
Ma lascio la parole ai veri protagonisti della serata e sentiamo cosa hanno da dirci.
(Francesca Faenzi)
A dispetto della lontananza e della poco invitante serata invernale la Redazione di ItaliaDiMetallo si è recata all Bussola Inn di Chianciano Terme per la seconda tappa del mini tour degli Aydra, storica band marchigiana che dagli ’80 ad oggi è morta e risolta almeno un paio di volte; freschi autori del loro terzo album ‘Leave To Nowhere‘, di cui ci occuperemo presto, erano un occasione troppo ghiotta per lasciarseli scappare, vista anche la presenza degli Emberstar e dei Show Of Force come band di supporto. Ma purtroppo non tutto è andato bene.
Show Of Force
Premesso che non si può scrivere inizio concerto ore 21 e poi iniziare praticamente alle 23, cosa che all’estero non esiste proprio ma che qui da noi invece sembra la prassi, cosa che per noi vecchiarelli comincia ad essere pesante in considerazione del fatto che il mio collega veniva da Grosseto, e che qualche cambio palco è andato un po’ per le lunghe e infine il luogo non era proprio indicato bene, infatti stavamo finendo a ballare il liscio nel locale accanto, direi di esaminare i gruppi presenti.
Provenienti da Firenze, e attivi con pause e cambi di formazioni varie dal 2009, il quartetto degli Show Of Force si presenta sul palco proponendo un hardcore ben strutturato (per quanto ascoltato sul loro bandcamp) ma che non mi ha, ahimè, entusiasmato. Limite mio personale sicuramente, ma amo un tipo di hardcore molto più coinvolgente, poi la scarsa attività live degli ultimi tempi probabilmente ha lasciato scorie rugginose nella band, apprezzabile il batterista mai domo, per me rivedibili anche se alcuni amici tra il pubblico, che ho rivisto volentieri anche a distanza di molti anni, erano soddisfatti della prestazione del quartetto. Meglio così.
(Klaus)
Emberstar
E’ il turno dei padroni di casa, gli Emberstar, autori di un disco notevole, i quali mi creavano una particolare curiosità. La band del carismatico leader Jacopo Terzaroli ci propone 8 brani tra cui due inediti, ‘Ockham slashers‘ e ‘6th Nadir\black vastness‘, oltre ovviamente alcuni classici della band come ‘Hexarch‘ e ‘There Is more than One of Everything‘ che hanno dato il giusto valore alla performance della band, che definirei buona, con qualche piccola incertezza nel cantato, ma nulla di così eclatante ed evidente, ma anche nel loro caso probabilmente ha influito la mancanza di maggior rodaggio in sede live. Sempre sugli scudi Leonardo Bellavista nell’inedita versione di bassista, semmai a mio modesto parere per creare un muro sonoro ancor più potente di quello che già gli Emberstar hanno, suggerirei l’ingresso di una seconda chitarra.
(Klaus)
Aydra
Sono passate le 0,30 quando finalmente parte l’intro degli Aydra che si presentano di spalle al pubblico riuniti attorno al batterista.
‘Three Minutes Walk‘ irrompe dagli altoparlanti ed il Technical Death Metal si manifesta in tutta la sua maestosità: suoni perfetti, soprattutto la sezione ritmica, la riconoscibile voce di Mauro Pacetti che passa da screaming a growl con naturalezza, le taglienti chitarre di Giuseppe Cardamone e Marcello Lammoglia sebbene impegnate in virtuosismi mantengono linee melodiche accattivanti. La percezione di avere davanti una band pronta a ben altri palcoscenici aumenta quando vengono riproposti brani dai vecchi dischi ‘Icon Of Sin‘ e ‘Hyperlogical Non-Sense‘ che non sembrano accusare il passaggio del tempo, ma risultano freschi e comunque potentissimi.
Una prova convincente che ripaga, parzialmente, la nostra trasferta.
Esibizioni a parte il contorno ha lasciato molto a desiderare. Queste occasioni dovrebbero essere delle vetrine per attirare appassionati e non ma, come spesso (non sempre, fortunatamente) abbiamo rivisto dalle nostre parti, in questa maniera si va poco lontano: orari, accoglienza, logistica, ma anche la presenza sul palco devono mostrare una maggiore professionalità; il metallaro non si sa vendere e noi non possiamo che prenderne atto.
(Filippo Marroni)
Per essere stata una serata DIY direi che può passare, per orari ecc. ne ho parlato all’inizio, sicuramente la prossima volta si darà ascolto alle nostre critiche. Pur vero è che il pubblico italiano non ama muovere il culo prima delle 22/22.30, saremo vecchi noi…Un osservazione personale va sul pubblico stesso, totale assenza di nuove generazioni, trent’anni fa Pino Scotto diceva “non c’è futuro per questa musica in Italia“, profezia che sembra si sia tristemente avverata, non c’è stato cambio generazionale.
(Klaus Petrovic)