Piacevole scoperta questi Still Wave; è raro che ‘ilmegaredattorecapo’ Klaus mi passi da recensire qualcosa che non abbia già sentito ma di questa nuova band mi ero perso l’esordio, un disco che coinvolge subito, sin dalla copertina.
Musica non per tutti, stratificata, piena di sfumature che affiorano ascolto dopo ascolto. ‘A Broken Heart Make An Inner Constellation‘ gira in rotazione costante nella mia giornata e ed ogni volta aumenta la gratitudine per questi musicisti.

Gli Still Wave giocano su atmosfere darkwave, tristemente romantiche con lampi di violenza black che sottolineano il dolore e la rabbia dell’esistenza umana.
Unendo più generi creano una miscela assolutamente originale, che ritroviamo in certe fasi della carriera dei Paradise Lost (‘Host‘) e dei Katatonia (‘Viva Emptiness‘); non sono cloni di nessuno, pescano nelle ritmiche asciutte ma coinvolgenti dei Metallica del ‘Black Album‘, e creano arpeggi ruffiani ma efficaci per catturare al primo ascolto con quella vena piacevolmente pop che contraddistingue l’intero disco. E’ una ricerca raffinata della melodia che sfocia in feroci blast beat, a volte fin troppo improvvisi, su partiture fondamentalmente metal.
Sette sono le canzoni: ‘Spaceman (with a gun)‘ e ‘Dead Ends‘ (con una narrazione in italiano) aprono il disco con tutte le caratteristiche sopra menzionate, ‘Ghost of A Song‘ è particolarmente orecchiabile mentre ‘Starwound‘ è un gioiellino armonioso; ‘The Coldest Home‘, (con un riff di violino!) richiama il black melodico e se ‘11‘ è un compendio strumentale di tutta la musica degli Still Wave, ‘Near Distant‘ merita la vostra attenzione se non altro per lo splendido video.
La particolare voce di Valerio Granieri contribuisce a caratterizzare il suono di questa band capitolina, coadiuvato negli inserti black dal bassista Manuel Palombi; la chitarra di Tomas Aurizzi alterna riff, arpeggi e momenti ‘zanzarosi’ mentre Daniele Carlo si occupa della batteria.

Un disco sorprendente, da ascoltare durante le vostre solitarie camminate autunnali, da ascoltare per ricordarvi che la vita è un variopinto, angosciante, inquieto e ineluttabile disegno di luci ed ombre.
L’album è stato registrato e mixato da Fabio Fraschini e Luca Fois al PlayRec Studio di Roma e masterizzato da Øystein G. Brun (chitarrista dei Borknagar) al Crosound Studios.

 

Filippo Marroni

 

Tracklist: 

  1. Spaceman (with a Gun)
  2. Dead Ends
  3. Near Distant
  4. 11
  5. Starwound
  6. Ghost of a Song
  7. The Coldest Home

 

  • Anno: 2024
  • Etichetta: These Hands Melt
  • Genere: Gothic, Doom, Melodic Black Metal

 

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