Un omaggio della Band al Free Jazz e molto altro: ghost track, uova, patate, megafoni di ambulanti, pornografia e una batteria “acquosa”…

… il tutto nascosto in questo sorprendente CD.

Gli ideali di libertà stimolano sempre sentimenti forti e questo succede
soprattutto quando si è molto giovani. Questo può accadere anche in musica.
E così anche in famiglia. Quando io e Marco (fratello e batterista) eravamo bambini, ci innamorammo del Free Jazz perché era la forma in assoluto più libera di musica che ci fosse stata mai proposta. Grazie a nostro padre Claudio Lippe, una miniera di cultura e di musica, ascoltammo piccolissimi, Anthony Braxton, Max Roach, Archie Shepp dal Vivo (ad Alassio Jazz) e spessissimo i dischi di John Coltrane e Ornette Coleman. Ricordo che sempre mio padre mi regalò uno strano flauto indiano che aveva trovato in uno dei suoi viaggi per congressi all’estero e che io iniziai a suonarlo con curiosità perchè la sua strana
conformazione larga e lunga, mi consentiva scorribande veloci lungo una
abbastanza estesa (per un flauto) gamma di frequenze, un po’ come avveniva nei dischi di Eric Dolphy e Coltrane. Da allora sia io che Marco abbiamo sempre desiderato suonare qualcosa che si avvicinasse a quell’approccio LIBERO alla musica, tipico del Free Jazz.

Spesso abbiamo pensato di fare del “Free Rock”.
E il nostro sogno, come tanti altri, si è avverato durante il lockdown quando nel 2021 Marco ha suonato la batteria durante una pausa delle session di Ladybirds su alcune mie basi sperimentali di sintetizzatori analogici ed FM, completamente improvvisate. A queste si è poi unito il talentuoso sassofonista Ruggero Condò che ormai è in pianta stabile nei Twenty Four Hours e anche Antonio Paparelli ha “donato” una sua parte di chitarra estremamente “shoegaze” nel terzo dei tre brani registrati.
Ebbene, oggi quel progetto embrionale e sperimentale è divenuto realtà ed è stato pubblicato il 1° Gennaio 2025 su un numero limitatissimo di Compact Disc, anch’essi numerati. Successivamente, come avvenuto per Rubbish, giungerà anche sulle piattaforme digitali, sia in streaming, sia in formato file HD 48KHz/24 bit disponibile in download.
Il CD naturalmente sarà presentato al Milano-HI-FIDELITY e ad altre fiere HI-FI alle quali potremo partecipare … ancora non sappiamo esattamente, ma sarete informati tempestivamente 😉

Progetto, sue caratteristiche e contenuto dell’album
Il CD contiene tre brani, primo, secondo e terzo movimento, totalmente LIBERI più una ghost track che non sarà facile da individuare perché è ubicata in una sede anomala e NON alla fine dell’album, come accade quasi sempre; inoltre non è né nominata, né indicizzata nel CD e solo chi ascolterà molto attentamente il disco dall’inizio alla fine, riuscirà a individuarla. La maggior parte delle linee di Synth, la batteria e la linea principale di Sax sono state registrate in presa diretta e assolutamente improvvisate. Successivamente l’arrangiamento finale è stata esclusiva opera del sottoscritto con valorizzazione di numerose parti soliste ottenute dalla brutale eliminazione di intere tracce e al contrario, esaltazione di intrecci vari fra sovraincisioni di tutti gli strumenti e alcune parti di voce di ancestrale memoria: forse chi ha vissuto a Bari negli anni ‘80 riesce a ricordarsi due venditori ambulanti che si
riconoscevano dalle tipiche urla con le quali annunciavano il loro arrivo.
Il primo vendeva le uova nei tipici cartoni da 24, utilizzati anche come
rudimentali isolanti acustici nelle cantine dei complessi rock dell’epoca; urlava di mattina presto, verso le 8.00 e spesso fino alle 12.00: “Vulit’ l’ueiv’… Le Uovaaaa” (Volete le Uova? In barese, seguito dalla descrizione del servizio in italiano). L’altro invece vendeva le patate ed era ancora più divertente: girava con un “tre ruote” Piaggio e urlava con un megafono: “È la vera pasta gialla che vi diamo, signora… Patateeeeee”.
I due primi movimenti dell’album contengono delle parti vocali che ricordano esattamente questi due bizzarri annunci mattutini baresi, ma nell’economia dell’intero disco prevalgono le parti strumentali.
Nel secondo movimento la batteria è stata volutamente rallentata e incupita, divenendo grassa, ingombrante e grondante umidità, quasi fosse suonata dentro una vasca o una piscina. I Cure hanno ottenuto quest’effetto estremamente Dark nel brano Cold del loro Pornography registrando la batteria sul nastro a ritmo più veloce per poi rallentarla; oggi con i processori digitali questo stratagemma non è più necessario e l’effetto si ottiene con il plug-in “Elastic Audio”, ma l’effetto rimane uguale ed estremamente suggestivo. Infine, per rimanere in tema con lo storico album dei Cure, pur in assenza di qualsiasi affinità se si eccettua appunto la batteria “rallentata”, nel nostro disco sono inseriti pochi secondi dell’audio di un famoso film erotico, anche qui, DIFFICILISSIMO da individuare, se non con un ascolto
attentissimo 😉

Quindi… a tutti… Buon ascolto attento!

Paolo Lippe

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