Ad implementare la nutrita schiera di ‘blackster one man band’, un fenomeno che non accenna a diminuire, arriva dalla Capitale il progetto Reva di Flavio Tempesta (Sudden Death, Disease e C.L.G.) che per l’occasione si firma FLV.
L’EP di esordio era già passato dalle nostre mani, facendo intravedere le coordinate di questa nuova strada artistica del musicista romano, dedito da sempre al thrash o al death.
‘Urban Madrigals‘ è un sapiente mix di dark, black metal, post-rock, venato di spunti progressive che tengono l’ascoltatore costantemente in tensione. I ritmi non sono velocissimi, le melodie sono accattivanti e di grande impatto, segno evidente di una rilevante capacità di scrittura e arrangiamento; anche quando la furia del black metal prende il sopravvento, per esempio in ‘Unspoken Fragments Slow Burn‘, l’atmosfera malinconica non si disperde.
I riff sono marcatamente anni ’90, intendo dire che fanno riferimento al black norvegese ma senza quella assurda, parere personale, mania di registrare ancora oggi in lo-fi; anzi la cura della produzione è uno dei meriti principali di questo ‘Urban Madrigals‘.
Tra i pezzi migliori entusiasma ‘Border‘ con i suoi sapienti cambi di ritmo e una parte centrale puramente heavy metal da sfrenato headbanging. L’arpeggio iniziale di ‘Ten Secons Before‘ rimane in testa dopo pochi ascolti e apre il disco in maniera entusiasmante mentre la successiva e furiosa ‘I’ve Never Been Here‘ si apre con uno straziante grido in italiano ‘Il suono di questa città divora ogni cosa!‘ e ci permette di parlare dei temi trattati che sono attualissimi: l’impatto della società moderna e il suo ritmo inesorabile sulle nostre vite, divorando i nostri sogni, strappando via il incanto dell’immaginazione e lasciandoci isolati nonostante siamo circondati dalla folla frenetica e dalla costante connettività tecnologica; il vuoto dell’esistenza quotidiana, l’inquietante rivivere di ricordi lontani, la malinconia degli addii, dei rimpianti e delle perdite irreparabili avanza di pari passo alle città, divorando tempo, spazio e vite.
Looking forward to tomorrow,
Waiting for a new day,
Waiting for a change that I know will never come,
In the emptiness I stay in the numb,
I’m dying in the suffering I’will stay.
In the night I hide myself like a coward.
In this place I hide the answer in my mind In the melancholy,
I lost my hope again.
In the corner.
In the corner.
Tematiche attualissime, affrontate con accuratezza e spessore narrativo non comune, accompagnate anche graficamente da una delle copertine più belle degli ultimi tempi. Con una migliore ‘voce’ staremmo parlando di uno dei migliori black dell’anno: purtroppo le parti vocali non rendono giustizia, sia quelle eccessivamente distorte, sia quelle in clean, eccessivamente monocordi e troppo slegate alla musica. E’ questo il terreno dove sono necessarie le principali migliorie.
Complessivamente un ascolto consigliato, con pochi ma significativi margini di miglioramento.
Filippo Marroni
Tracklist:
- Ten Seconds Before
- I’ve Never Been Here
- Border
- In The Corner
- Illusion Fades
- Unspoken Fragments Slow Burn
- The Way of Separation
- Dreams in frames
- Anno: 2024
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Black Metal
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