“E la parola d’ordine, tanto p’cambià è sempre la stessa: Iuleeeeenz” – così terminava uno dei monologhi più famosi del cinema italiano e così mi sento di iniziare questa recensione, perché è di quello che si parla in questo The Malady, il concetto fondamentale che i nostri tre compagni dei FEED THEM DEATH in questo veloce viaggio ci snocciolano e ci sbattono in faccia. Undici tracce sporche, brutte (ovviamente in senso buono) e cattive (proprio in quel senso lì), che faranno la felicità di chi mastica musica estrema senza cazzi né mazzi.
Come le mani raffigurate sulla copertina di questo disco, il genere è stato spellato per bene, andando giù fino alla sostanza basilare del death/grind (le opener “Above All..“, “Two Minutes Hate” e “Autopsy“); ma non è solo old school quello che luccica, perché si sente anche altro, a partire da quella voce “pulita” (il virgolettato è d’obbligo) che salta fuori ogni tanto all’improvviso a lacerarci dentro con la sua sofferenza, quasi più del growl, come se la band, con questa netta dualità vocale, si trasformasse in una versione brutale e violenta dei Fugazi se invece di creare l’emocore si fossero dati al grindcore.
Ogni tanto i FEED THEM DEATH ci stupiscono anche sfociando in “modernismi”, se mi passate il termine riferendomi ai Mastodon più corrosivi (“Them, The Guiltless“); sono attimi, idee che si incuneano dentro la pesantezza furibonda delle tracce. Le cosa bella è che se alla band gli gira il matto, ti tira fuori un pezzo completamente fuori dagli schemi come “D.E.A.T.H.“, che ti spariglia le carte con quella batteria stupendamente assurda che non sai da dove arrivi (plauso a Nige), a cui poi, d’emblée si aggiungono le melanconiche note di un pianoforte, che invece di riscaldarti ti ghiacciano le speranze di ritrovare un briciolo di sanità mentale, ormai completamente compromessa dal quel lungo chiodo arrugginito che Void e compagni hanno piacere ad infilarti nell’orecchio buono.
La produzione del disco è bastardissima, una colata acida che ti invade il cervello con suoni freddi e aspri: la chitarra di DaviDeath e il basso pesantissimo di Void se la giocano alla pari in quanto a cattiveria (della batteria di Nige ho già parlato, ma non posso non citare la caustica “Two More Minutes” nella quale mi ha particolarmente gasato) e il risultato è un caos controllato con il pugno di ferro che non lascia un attimo per riprendere fiato.
Si chiude il disco con la folle “...And So Below“, degnissima conclusione che ricombina tutte le particelle del micro universo FEED THEM DEATH in un martello che ti cade sulla testa e te la rompe perché, come tengono a farci sapere i nostri .”Tumult is the only thing aglow“. Amen.
Cristian Angelini
Tracklist:
- Above All…
- Two Minutes Hate
- Autopsy
- Deleterious
- Them, The Guiltless
- D.E.A.T.H.
- The Malady
- Stygian Tide
- Panopticism II
- Two More Minutes
- …And So Below
- Anno: 2024
- Etichetta: Brucia Records
- Genere: Death-Grind
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