Band emiliana che ha cambiato nel corso degli anni, è attiva ormai da più di dieci anni, alcuni elementi, e arriva qui al suo secondo album dopo un ep di esordio. Formazione a cinque composta da Vanessa Saliman alla voce, alla chitarra troviamo Emmanuel Botch, Francis Gebirge al basso e voce, dietro le pelli siede Evelyn Stevens ed infine come ultimo acquisto abbiamo alle tastiere e alle orchestrazioni Rick The Mad.

L’intento della band è quello sottoscritto nel proclama di intenti e cioè quello di trascrivere in musica tutto ciò che il mondo letterario di uno dei maestri del giallo psicologico, lo statunitense Edgar Allan Poe, ha segnato le anime adolescenziali dei nostri cinque artisti. Musicalmente parlando gli otto pezzi (il primo e l’ultimo funzionano nè più nè meno come intro e outro) sono variegati, con molte varianti sul tema, apparentemente slegati fra loro ma con una caratteristica  comune, la potente e soave voce di Vanessa Saliman.

Capgras” inizia con l’arpeggio di una chitarra oscura e piena di delay a supporto del cantato accompagnata da qualche passaggio di violini per poi lasciare il passo ad un tempo serrato, molto potente dove l’atmosfera a volte è quasi rarefatta.

Del terzo pezzo vi invito a vederne il video correlato ove si può notare la band impegnata sopra un palco di un teatro che rende appieno le qualità tecniche dei musicisti. Traccia con delle aperture melodiche veramente accattivanti. “Dead By Daylight” mischia un po’ di Primus, un po’ di System Of A Down con una manciata di Evanescence. Ci siamo capiti insomma.

Si passa alle complicanze struttural – armoniche a – la Dream Theater di “Trauma” una traccia con una buona dose di dinamicità.

In odore di Ska è la sesta song, con un ritmo quasi balcanico, che potrebbe essere inserita come un pezzo delle colonne sonore di un film di Tim Burton. Ipnotica e coinvolgente al punto giusto con un ritornello molto piacevole.

Altro video questa volta per “Eye To Eye“, video con una ambientazione ottocentesca e molti passaggi a due voci femminili. Al limite della schizofrenia compositiva i fraseggi della chitarra. I Philosophy Of Evil ci regalano un altro video per il penultimo pezzo, una canzone orrorifica, circense, mefistofelica, che ricorda i film di fantascienza anni 50. L’intermezzo orientaleggiante è qualcosa di geniale. Complimenti.

Si arriva al gran finale con “Bag Of Bones“, impetuoso pezzo, cadenzato, favoleggiante, in bilico fra sogni, incubi e dura realtà.

Un disco godibile dall’inizio alla fine che lascia qualcosa nell’orecchio dell’ascoltatore.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. Prognosis
  2. Capgras
  3. The Walts Of Apathy
  4. Dead By Daylight
  5. Trauma
  6. Crisis!
  7. Eye To Eye
  8. Mad As A Hatter
  9. Bag Of Bones
  10. Diagnosis
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Horror Prog

Links:

Facebook

Instagram

YouTube

Spotify

Autore