Il mare è quella cosa spaventosa che abita a pochi metri da casa mia. Qui è ritenuto un amico di cui ci si può approfittare, ma, da potente simbolo dell’inconscio e del mistero qual è, il consiglio sarebbe quello di non fidarsi troppo di lui. L’inganno viene proprio dal fatto che sia sempre pronto ad accoglierti tra le sue braccia confortanti, che però sono forti e inesorabili. D’altronde la natura lo ha creato così e tanto sembra invitante e sicuro, tanto è rapido ad avvilupparti come un serpente tra le sue spire e schiacciarti e soffocarti. Io una volta l’ho visto quel mare lì e, dopo anni di divertimento e leggerezza, me la sono cavata proprio per un pelo, e ancora adesso, quando in estate mi abbandono ad esso in cerca di un po’ di refrigerio e rilassamento, lo faccio con rispetto e circospezione, perché non si sa mai che io abbassi troppo la guardia ed egli mi voglia tenere con sé nel profondo, nell’abisso.

‘The Silence Of Rust’ è un titolo potentissimo, che ti fa subito capire che l’opera solista di M.B., mastermind ed esecutore unico (a parte la batteria guest di Alessandro Mori) del progetto Marea sia una cosa seria che sarà in grado, per chi riuscirà ad andare in profondità nel concept, di aprire un mondo poderoso e drammatico, fatto di melodie violente e al tempo stesso pericolosamente romantiche e melanconiche, oscure come l’abisso da cui provengono.

Preponderante è il metal oscuro e depressivo – un po’ black, un po’ doom – di grande atmosfera, che ci potrebbe ricordare a volte i Katatonia e i My Dying Bride (‘Sidereal‘), ma si sente anche tanto di altro, a partire da una sorprendente vena dark, quasi new-wave, che a volte affiora, a volte deflagra improvvisa, pronta a coglierti fortunatamente impreparato (‘Riptide Tune‘, ‘Irreversible‘). E allora rimani lì, quasi esterrefatto, con un spillo acuminato che ti passa il cuore e fa entrare dentro una sorta di nostalgia che non sapevi avresti provato proprio in questo momento e che per questo risulta più reale ed efficace. Perciò deponi le armi, abbassi le difese ed è qui che l’abisso tanto temuto, che non si è mai mosso da dove è sempre stato anche se quasi non lo vedevi, ti prende ed ineluttabilmente ti trascina con sé e tu, ormai vinto, rilasci le braccia e ti fai portare via, perdendoti in esso.

Non è finita qui, perché il post black metal, a cui fa riferimento la band per descrivere il proprio sound, lascia intravedere anche altro, che forse traspare anche in maniera preconscia in un brano come ‘Rain Colours‘, quello slowcore di cui i Codeine erano prime movers e i cui echi, in qualche maniera, riesco a risentire in questa canzone. L’album si chiude con la title track, pezzo definitivo che prosegue il discorso iniziato nella traccia precedente, che è la summa di quello che Marea è in grado di proporre: se da una parte ci sono lo sfuriate black e le urla disumane, dall’altra ci sono quelle melodie tristissime e una voce profonda e ammaliante che si fondono perfettamente in una sinfonia di dieci minuti che passano come un soffio nel vento.

L’estate è ormai un pallido ricordo, l’oscurità riduce le nostre giornate in brevi spiragli di cielo livido osservati dalle spoglie finestre dei nostri uffici e cosa c’è di meglio che astrarsi e perdersi in un disco così musicalmente denso, per ritrovare un po’ di pace tra queste sofferenti note?

Cristian Angelini

Tracklist:

  1. Riptide Tune
  2. Sidereal
  3. Chiaroscuro
  4. Irreversible
  5. Rain Colours
  6. The Silence Of Rust
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Masked Dead Records
  • Genere: Black, Post-Black e Doom Metal

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