La musica può avere anche un certo tipo di potere: nelle culture orali la prassi di mettere le parole in musica ha avuto un ruolo immenso nella tradizione di poesia, narrazione, liturgia e preghiera. Interi libri possono essere tenuti a memoria in questo modo: è famoso l’esempio dell’Iliade e dell’Odissea. La musica può consentire di organizzare una capacità motoria, di seguire sequenze intricate o di tenere un grande volume di informazioni: questo per l’appunto è il suo potere narrativo o mnemonico. Il fatto che in un’opera musicale manchino le parole, non è di per sè un fatto totalmente negativo.

Il duo, che ho visto on stage nel 2017 al G.O.B. di Viareggio, presenta qui il proprio quinto album, in dieci anni di carriera; ascoltando le tracce mi vengono in mente delle reminiscenze su Leibniz il quale, grosso modo, asseriva che, discutendo sulla musica, essa è come un contare, un contare inconsapevole.

La mancanza di testi può far riflettere sul senso del ritmo: in questi dieci pezzi non vi sono le strutture classiche ed archetipate dell’uso delle liriche (primo verso, pre ritornello, ritornello, secondo verso, secondo pre, ripetizione del ritornello, assolo, nuova ripetizione del ritornello, chiusura); ma essendo molto palese l’assenza di testo, quindi per forza l’ascoltatore non potrà fare a meno di porre la propria attenzione sul ritmo (inteso come combinazione fra movimento e suono) e che tutto questo gli apparirà spontaneo e del tutto naturalmente si ritroverà bambino senza vergogna alcuna, un bambino libero di muoversi al tempo della musica. L’abilità ritmica è sopramodale, ovverossia, stabilito un ritmo, può essere ripetuto facendo appello a qualsiasi modalità motoria, comprese le mani, i piedi, la testa, la bocca o il corpo intero. Il ritmo è la quintessenza dell’abilità mimetica ed infatti i giochi ritmici sono ampiamente diffusi fra i bambini.

Certo è che la proposta degli Zolle pone un bel quesito: spesso si è ipotizzato che la musica non si sia evoluta da sè, ma sia il risultato e sia emersa come il prodotto culturale di altre capacità (per esempio la parola); orbene fu il canto a precedere la parola? Oppure fu esattamente il contrario, prima ci fu il verbo e a seguire la musica? Possibile che i due fenomeni si svilupparono simultaneamente? A voi la risposta e nell’attesa rimangono i pezzi da ascoltare, da far seguire uno appresso all’altro, senza giudizio, senza preconcetti, facendosi trasportare dall’effetto tonico delle loro capacità di indurre un risveglio generale, facendosi indirizzare dalle loro capacità di evacuare, guidare e regolare il movimento.

Come due alchimisti della bassa padana, sembrano distillare la bellezza goccia a goccia in un flusso di note senza soluzione di continuità.

Leonardo Tomei

Tracklist:

  1. Pepe
  2. Lana
  3. Toffolette E Zuccherini
  4. Merda
  5. Pompon
  6. Pois
  7. Confetto
  8. Fiorellino
  9. Fiocco
  10. Maialini E Maialine
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Subsound Records
  • Genere: Instrumental Alt Rock

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