Band di lunga vita (si è formata a Verona nel 2005, quindi quasi prossima al ventennale di carriera), si dichiara esplicitamente ispirata dal sound stoner con a capo una delle band di maggiore seminazione e cioè i Kyuss.

Dopo i primi tre demo, un ep del 2012, i nostri giungono al debutto su lunga distanza con “Space Muffing” del 2015; durante i successivi tre anni danno alle stampe uno split ed altri due album “Colossus” del 2018 e “2020 Back To Earth” del 2020 appunto. Direi che come band è molto attiva nella creazione e nella produzione di materiale.

Arriviamo dunque al 2024 e a questo nuovo prodotto che mi sto ascoltando in cuffia. Quello che si dice una buona via di mezzo fra lo Stoner old school e fra un Heavy Metal suonato senza troppi ricami. Ma andiamo con calma ed approfondiamo il discorso su tutti questi nove pezzi.

Parte la prima traccia, i primi accordi e mi aspetto che mi compaia la voce di Ozzy in cuffia, ed invece attacca un cantato, quello di Enrico Gastaldo, che si rifà vagamente a Zakk Wylde ma molto più asciutto e assai poco southern. Come inizio non c’è male e aggiungerei anche il duro lavoro della chitarra di Massimo Dalla Valle soprattutto nella parte solistica.

L’incipit di “The Night” mi ricorda molto i Disturbed anche a causa di un riffing molto accattivante e molto piacevole; il lato stoner comunque permane nell’uso delle distorsioni.

Il pianeta denominato Nuova Babilonia è abitato da mostri, creature voraci e da giganti che con il loro incedere sollevano enormi nuvole di polvere (pesantissimo è il commento sonoro di “Giant’s March“). Classica canzone di passaggio è il quarto brano, piacevole ma non così interessante come i precedenti, mentre è in pieno stile Kyuss l’allucinante “Megalodon“.

Nel 1989 cadeva un famosissimo muro e chissà a cosa si riferiscono i Keyleth con la loro “New Babylon’s Wall“, forse mischiando i popoli non ci siamo ricordati della lezione biblica.

We Are Aliens” è il brano più heavy (e il più corto in assoluto di tutti i nove, ma non per questo meno efficace) del lotto, possente e tirato, sebbene le linee del cantato rimangano nelle strutture dello Stoner.

Schiavi informatici che si possono salvare dalla fine soltanto con dosi di Lsd ascoltando il ritmo in loop delle atmosfere lisergiche del nono pezzo. Si chiude con ciò che avevamo iniziato e devo dire che questa “Pyramids” è degna conclusione dell’intero cd, una canzone che ci lascia un piacevole sapore in bocca.

Uno Stoner suonato bene, registrato e mixato ottimamente. I veronesi continuano il loro viaggio nello spazio.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. The Throne
  2. The Night
  3. Giants March
  4. Weak Heart
  5. Megalodon
  6. New Babylon’s Wall
  7. We Are Aliens
  8. Cyber Slaves
  9. Pyramids
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Argonauta Records
  • Genere: Heavy Stoner

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