Secondo disco in pochi giorni in cui mi trovo nella condizione di dover criticare la voce. Questa volta la band in questione sono gli Aradia, in uscita con il loro primo Ep, fautori di un classico heavy metal tendente all’hard rock, suonato discretamente, ma con la pecca della voce.
La band nasce a Como nel 2019 per mano del chitarrista Francesco Rasero, dopo lo stop dovuto alla pandemia tutto riparte, anche se l’altro membro fondatore, il bassista Paolo Gilardoni, deve abdicare per motivi familiari. Assestata la formazione a 5 si inizia a comporre i brani dopo aver fatto gavetta per un paio d’anni suonando classici di Iron Maiden, che sembrano l’ispirazione principale degli Aradia, e anche di Saxon, Motley Crue e Judas Priest.
Venendo ai 5 brani si parte con ‘The Spell-Lady Death‘, una cavalcata in stile maideniano che inizia con una lunga intro per poi snodarsi sinuosa, l’entrata in scena della voce è come accennavo il punto debole, a me dispiace sempre molto dover parlare male di chi ci mette anima e passione, ma spero solo che serva a far migliorare Stefano Cheville Perini per il futuro della sua carriera, applicandosi e lavorando molto su intonazione e pronuncia. Tornando al brano la parte finale dove c’è l’accelerazione è trascinante grazie anche alle due asce che rifilano riff taglienti e incisivi quanto basta.
Un arpeggio ci introduce ‘Message From Hell‘, anche qui le tematiche sono quelle del classico metal maideniano, fatto con cura e perizia. Onestamente la prova del cantante sembra migliore rispetto al brano precedente specialmente nelle parti più “cattive”, sottolineo altresì l’ottimo lavoro delle chitarre, Rasero e Marco Hellion Gilardoni.
‘Let My Spirit Free Again‘ è quella che mi convince di meno, sia per la voce che qui davvero inficia il lavoro della band, ma anche per qualche passaggio ritmico non proprio preciso, dovuto forse anche a una produzione non proprio eccelsa, sottolineo invece l’ottima prova del bassista Andrea Fumagalli.
Roboante l’introduzione di ‘Our Fugitive‘ con le due chitarre sugli scudi, i difetti di produzioni si palesano con l’ingresso della voce e della batteria (Cristian Sampietro) un po’ troppo ovattata, la song invece di suo pur rimandendo sul trend maideniano si fa piacere.
L’Ep si chiude con ‘Sad Time‘ molto derivativa nel suono ma efficace per tenere botta in sede live, la più convincente del disco.
Oltre al lavoro duro per migliorare l’intonazione del cantante consiglierei alla band un songwriting meno derivativo, inserendo proprie idee, da rivedere o meglio risentire in futuro per un opinione più dettagliata.
Klaus Petrovic
Tracklist:
- The Speel-Lady Death
- Message From Hell
- Let My Spirit Free Again
- Our Fugitive
- Sad Time
- Anno: 2024
- Etichetta: Wanikya Record and Promotion
- Genere: Hard Rock Heavy Metal
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