Da quando i mitici Melvins irruppero nella scena proponendo la loro formula geniale di doom contaminato di HC e parecchia farina folle del loro sacco si aprì un varco fertilissimo di esplorazione e sperimentazione, dalle basi dello sludge fino allo stoner, dall’avant-garde al drone e chi più ne ha più ne metta.

Una scia di suono che ancora oggi colpisce e si evolve continuamente fino ad arrivare a diciture come “post-metal” (da me soprannominato “progressive sludge”).

Da questo meraviglioso magma si sottolinea il nome dei Nitritono.
Un duo nato più di dieci anni fa con l’intento di perseguire l’avanguardia sonora di questo stile, fondendo fuzz e noise con suoni gravosi ed estremamente ricercati (nota interessante, il nome del progetto che unisce i nomi del verso del cavallo con il “diabolus in musica”) mettendosi ben in cantiere, sfornando una serie di opere degne di nota in questo panorama.

Il 5 aprile viene alla luce questa opera chiamata “Cecità“.
L’album si presenta con una immagine spigolosa, minimale ed angosciante, rispecchiando la musica dei nostri.
Qualcuno tra di noi intuirà che il titolo dell’album è ispirato al romanzo omonimo di Josè Saramago (mica pizza e fichi) portandoci a riflettere sulla indifferenza che regna sovrana nella società moderna.
Non è facile esprimere a parole la portata della loro vena compositiva e fantasia di suono. Quasi del tutto strumentale e “psichico” si intrecciano suoni fragorosi e massicci, arpeggi evolutivi pieni di pathos e giochi di effetti al limite dello spazio.

La triade concettuale “A Denti Stretti” parte 1,2 e 3 ci porta in un abisso di tristezza, angoscia e rabbia passando da disarmonici cambi di tempo, riff ruvidi intersecati poi da passaggi pieni di malinconia e dolcezza senza mai perdere il filo del discorso, una progressione continua che emoziona e non stanca mai, veramente eccellente.
Distaccandosi in atmosfere e intenzioni arriva “25 aprile 1945“, un brano raggelante dove un gioco di effetti ci porta in un incubo di distruzione bellica che punge la mente, mentre “Evviva Piazzale Loreto” molla gli indugi e lancia una chiarezza di concetto virando in arpeggi solari impennando poi in una marcia di riff quasi epici e solenni.

Nodus Tollens” ci riporta ad uno psych stoner psichedelico ed enigmatico, un’ atmosfera funerea alternata da granitici riff e solitari arpeggi pieni di riflessione che ci portano alla inquietante e claustrofobica “Morte Per Acqua” sprofondando nel lungo, dilatatissimo, distortissimo riff della piena di desolazione titletrack “Cecità“, calando il sipario con “Non è Questa La Vita che Volevo da Bambina” che sorprende con una convincentissima ritmica alternative/noise anni 90 e un parlato sofferente di fondo che fa muovere l’ascoltatore raccontandogli una triste storia dove in parecchi possiamo immedesimarci un pò.

Una prova eccellente per questo duo e una inaspettata bellissima scoperta per me. Come dicevo sopra non è facile descrivere per filo e per segno l’album,  ma è anche questo il suo bello, proprio perchè ci troviamo di fronte ad una immensa prova di bravura sperimentale e compositiva pazzesca, una ottima padronanza degli strumenti, una profondità pazzesca nel narrare il concept senza quasi usare parole.

Dico che il progetto Nitritono merita tutti i riflettori possibili, in Italia ed ovunque.
Consigliatissimo ad ogni ascoltatore di Melvins, Neurosis, Pelican, Zu e simili!
Gran bel lavoro!!

 

Draugar

 

Tracklist:

  1. A Denti Stretti (pt. 1)
  2. A Denti Stretti (pt. 2)
  3. A Denti Stretti (pt. 3)
  4. 25 Aprile 1945
  5. Evviva Piazzale Loreto
  6. Nodus Tollens
  7. Morte Per Acqua
  8. Cecità
  9. Non È Questa La Vita Che Sognavo Da Bambina
  • Anno: 2024
  • Etichetta: MY KINGDOM MUSIC
  • Genere: Post Metal

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