I Deadlock Crew sono una band che festeggia quest’anno il quarto di secolo di carriera. Una particolarità abbastanza curiosa della band risiede nel fatto che in questi venticinque anni sulle scene non hanno mai cambiato elementi nella propria formazione. Segno di grande coesione tra i membri. In qualsiasi caso il gruppo triestino, nonostante sia attivo dal 1999, non è stato molto prolifico, dopo una prima esperienza in studio di registrazione nell’anno del debutto, hanno preferito dedicarsi alle esibizioni dal vivo invece che a pensare di comporre nuovo materiale.

Il cambio di rotta arriva durante la pausa forzata del periodo Covid che li ha portati ad un secondo album, datato 2021, e a questa terza fatica dal titolo ‘No Way Out. Già dalla copertina possiamo capire che la loro proposta musicale sia strettamente old school. Il loro suono è figlio di motoraduni, lattine di birra e tanti, tanti watt da sprigionare. Nonostante, come abbiamo detto poco sopra, le loro radici siano decisamente nel passato, riescono comunque a toccare più lidi. Nel disco c’è dell’heavy metal classico che più classico non si può ma ogni brano ha un suo eco particolare che va dall’hard rock fino al thrash.

Ad esempio sul brano d’apertura ‘The Path To Nowherepur rimanendo sul metal ottantiano ho sentito riff alla Biohazard più pesanti, mentre sulla terza ‘Burn Devil Burn!mi sembravano i primi Bon Jovi intenti a suonare i W.A.S.P. o viceversa, mentre sulla successiva titletrack ho sentito influenze che andavano dagli appena citati W.A.S.P., la seconda ondata thrash metal, quella degli anni’ 90 per intenderci, Primal Fear e addirittura Death SS. Tutto questo per dire che, a differenza della maggior parte delle band che si rifanno al passato e annoiano al secondo pezzo in quanto cover band inconsapevoli di esserlo, si può essere vari e fluenti all’ascolto anche tributando un suono nato più di quarant’anni fa e questo non è da sottovalutare.

Andando avanti sento tante altre influenze come gli Helmet (‘Charlatans), Megadeth (in alcuni riff di ‘Hard Line). Nell’ultimo brano accontentano anche gli amanti della nostra lingua madre con il brano ‘Io sono un boomer’. L’unico punto dolente, a parere di chi scrive, è nella produzione. Specialmente per quanto riguarda la voce che spesso sovrasta tutti gli altri elementi e quando entra, si fatica a sentire le linee degli altri componenti del gruppo. Un peccato, in quanto non c’è elemento in questa band che non sappia dire la sua con il proprio strumento in mano, come si può ben sentire nelle parti strumentali dell’album.

Concludo questa recensione, considerando che i ragazzi dedicano anche il giusto tempo all’attività live, raccomandandomi di andare a vederli quando calcano le assi di un palco quando ci si trova in zona. Se queste sono le premesse mischiate a un’esperienza più che ventennale, sicuramente ne vale la pena.

Davide Laugelli

Tracklist:

  1. Path To Nowhere
  2. Uav
  3. Burn Devil Burn !
  4. No Way Out
  5. Charlatans
  6. Hard Line
  7. Ride The Wave
  8. Pleasure…pain
  9. Io sono un boomer
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Ghost Record Label
  • Genere: Heavy Metal Hard Rock

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