Iniziare una recensione è come intraprendere un viaggio senza sapere dove si andrà, un percorso lungo o breve che sia, con persone che forse non conosci, di cui hai magari una vaga idea, oppure credi già di aver capito chi siano, ma solo quando il viaggio è in corso ti renderai veramente conto con chi avrai a che fare.

Ma il viaggio, come si sa, inizia prima nella testa del viaggiatore ed è qui che possono sorgere i primi problemi: la mia capacità di concentrazione di questo periodo fa sì che mi muova a scrivere la presente con la velocità di un bemiot (o behemot che dir si voglia), mitologica creatura nota per la sua lenta purché inesorabile motilità…

Fatto stà che in questo caso il viaggio si preannuncia subito lungo, attraverso terre fantastiche adatte per vagare, nelle quali è sicuramente interessante perdersi e prendersi tutto il proprio tempo per esplorarle, con la certezza che quello che si incontrerà varrà la pena di essere visto e ascoltato.

I miei compagni di questa gita mentale sono i Moto Armonico, band nata nel 2010, che vede nella persona di Uccio Ghezzer il nocchiero alla guida di questa scialuppa volante (così me la immagino) nei fantastici territori ideati dalla scrittrice Annamaria Ferrari, da cui proviene il concept dell’opera.

Si vola dunque leggeri sulle ali della fantasia in questo ‘Wondering Land’, ali di drago enormi (come quelle rappresentate sulla copertina del disco) capaci di coprire distanze incommensurabili con pochi battiti: cosa che si rispecchia nel songwriting, capace di unire l’enfasi del fantasy con l’asprezza di un progressive metal che si fa in certi momenti piuttosto duro.

Fondamentale è l’ascolto dei primi tre brani che, senza soluzione di continuità – quasi a creare un unico lunghissimo brano – ci permettono di traslare la nostra essenza dalla grigia quotidianità del presente al variopinto e luminoso mondo immaginifico creato (“Intro“, “Wondering Land“, “Unexpected Windy Week“), dove gli strumenti suonano che è un piacere e si intrecciano perfettamente con la voce del talentuoso Andrea Vilardo, creando pezzi che mantengono sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore. Assolutamente degno di nota il lavoro svolto dietro le pelli dal batterista Marco Beso, che offre una prova magistrale lungo tutta la durata del disco.

Anche se in certi punti l’amalgama dei brani cede un poco, sbilanciandosi un po’ in alcuni momenti interlocutori, il mio giudizio complessivo è positivo per un disco che scorre bene e che permette la tanto agognata sospensione dell’incredulità e il nostro bearci del panorama di questa bella terra delle meraviglie.

Cristian Angelini

Tracklist:

  1. Intro
  2. Wondering Land
  3. Unexpected Windy Week (Waves)
  4. Mrs Herridan
  5. Resembling King Arthur
  6. The Dragons From The East
  7. Skin As Snow
  8. The Weapons Against The Giants
  9. Just Three Words
  10. Evax’s Letters To Tiberius [Bonus Track]
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Andromeda Relix
  • Genere: Progressive Metal

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