Aendriu (al secolo Andrea Botti), chitarrista decennale della punk rock band milanese Punkreas, fonico, tour manager, direttore di produzione, tour producer, con all’attivo svariate collaborazioni artistiche (tanto per citarne alcune Niccolò Fabi, Subsonica, Baustelle, Afterhouse), nel 2014 ha fondato la Rollover Production (roster che comprende fra gli altri Africa Unite, Omar Pedrini, Shandon, Cara Calma) e con i 40 anni raggiunti, diventato padre, durante il periodo di chiusura totale e forzata causa pandemia mondiale, ebbene ha scritto, composto, suonato registrato in completa filosofia Do It Yourself, questo “La Rabbia Che Ho Dentro“.

Quando il direttore mi ha proposto questo cd da recensire, debbo dire che mi ha punto una sorta di vago scetticismo: solitamente quando i componenti di band affermate si lanciano in progetti da solisti, vanno incontro a sonorità abbastanza simili a quelle con le quali si esibiscono con il proprio nucleo di origine (mi vengono in mente così in ordine sparso Gene Simmons, Jello Biafra, Geoff Tate, Devin Townsend, Serj Tankian; forse unica eccezione è data dai primi due album – un inutile Alternative Metal con sconfinamenti nel Rap – di Tommy Lee). Orbene e ordunque con questi presupposti mentali capite con che tipo di stato d’animo ho incominciato a far scorrere le tracce. La prima canzone non ha fatto altro che confermare la mia umile tesi… ma ho voluto fare un esperimento e così ho ascoltato il cd dall’ultima track.

Da “Poi Torno” emerge lo scorrere del tempo, l’atmosfera, è quasi intima, un racconto verso un’altra persona (forse il figlio?); con mia somma gioia nell’essere smentito, annoto che voce e chitarra acustica puntellano il ricordo di un passato vissuto ed ormai lontano e cercano insieme di far capire che il futuro è ancora da scrivere ma tocca ad altri. Veramente una bella chiusura.

Il dodicesimo pezzo è uno strumentale che strizza l’occhio ai Metallica, quelli più recenti, a cavallo fra vecchio e nuovo secolo diciamo, e i Manowar nell’introduzione di “Defender“. Molto metal è “Zu Viel” con un cantato rabbioso, rancoroso e decadente. Si ritorna nel bel mezzo degli anni ottanta grazie al contesto testuale de “La Volta Buona” che risulta essere molto diretto (“… pensa prima di agire…”), un mix esplosivo con una quarto di Peggio Punx ed un quarto di Stige.

Un cd che comunque se ascoltato con attenzione travalica i netti confini del Punk Rock tranne che per l’incedere dell’opener song, o per il cantato anfetaminico di “Ombra“. Non mancano ovviamente, in chiara tradizione punk, prese di posizione politicamente molto nette: “La Ballata Del Ratto” potrebbe essere catapultata durante il decennio degli anni 70 e cantata in qualsiasi raduno concertistico con relativi scontri e tafferugli.

Per concludere mi sento di scrivere che il nostro dimostra veramente ancora tanta energia da vendere, una buona dose di idee soprattutto a livello letterario, evidenzia un salto in avanti in termini di maturità stilistica e in fondo, come molti di noi per ogni motivo degno di nota, ha ancora tanta, molta, troppa rabbia dentro.

Leonardo Tomei

Tracklist:

  1. Io Non Voglio Diventare Come Loro
  2. Ombra
  3. Quello Che Non C’è
  4. La Rabbia Che Ho Dentro
  5. La Grande Fuga
  6. Ridicolo
  7. Non C’era Una Volta
  8. La Ballata Del Ratto
  9. Idiosincrasia
  10. La Volta Buona
  11. Zu Viel
  12. Ares
  13. Poi Torno
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Punk Rock Metal

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