Tre giovanotti dal pelo irsuto e canuto ci sbattono in faccia questo esplosivo lavoro fatto di asperità, di musica acida e disseminata di stacchi, rimandi e sospensioni. Musicalmente si sentono echi dei Ritmo Tribale, accenni ai Porcupine Tree (l’inizio della opener oscilla su quelle atmosfere dilatate che hanno fatto le fortune di Steve Wilson e soci), vagamente emergono qua e là Negrita e Afterhours.

Attiva da circa dieci anni, la band nasce dopo una lunga militanza in ambiti Hardcore del cantante e chitarrista Jj (al quale si sono aggiunti Boso al basso e Marco alla batteria), un trio che si autodefinisce stoner ma che secondo me ne limita molto, come definizione, il raggio di azione. “Vale Sempre La Pena” ha sì dei suoni ruvidi, sporchi, un po’ a -la Kyuss, ma va oltre al semplice concetto di musicalità. La scelta del cantato in italiano riesce a fare da cornice perfetta, mette in risalto il rapporto continuo e quasi ancestrale fra i due linguaggi. La quasi mono tonalità di Jj si inserisce alla perfezione nelle trame armoniche dei pezzi, poiché dona un plus agli aspetti affettivi ed emotivi che il linguaggio musicale pone in evidenza, una sorta di isomorfismo fra parlato e suonato, tra il raccontato verbalmente ed il suo commento sonoro. Non c’è contraddizione nè vanificazione, anzi l’elemento musicale accentua considerevolmente l’efficacia del discorso verbale: nella musica proposta dai Nuocere, la frase musicale assomiglia, ha una relazione intrinseca con l’affetto che denota o che esprime o a cui allude o ancora suscita nell’ascoltatore.  Non c’è una rottura o una opposizione tra i due linguaggi, si può parlare di contiguità, di integrazione, di vicinanza nel senso che l’uno completa e prolunga l’altro: esempio lampante è la lunga, contorta e didascalica “La Resa Dei Conti” dove sistematicamente troviamo una perfetta fusione fra i due linguaggi e delle due forme d’arte, poesia e musica.

I tre mostrano una piacevole naturalezza nel cercare di fare collaborare poesia e letteratura, riescono a fare coincidere figure retoriche con passaggi cupi e pesanti; tutto questo sta a significare che la musica aderisce al testo e che le parole si sciolgono nella musica. Si tratta di un disco ben strutturato, quasi ponderato a tavolino, razionalmente viscerale, che illustra e spiega le liriche, e i testi (molto personali e vissuti fino al midollo) esplicitano i significati nascosti della musica stessa. Hanno sintetizzato e reso possibile una unicità di linguaggi, li hanno avvicinati, sono stati capaci di trasformare la tensione che è insita in ogni parola, in un suono, in una atmosfera, in una melodia che ha una propria valenza espressiva.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. Prendete Tutto
  2. Grazie
  3. Melodia
  4. Lo Dico A Te
  5. Freddo
  6. Viva
  7. Veloce
  8. La Resa Dei Conti
  9. Divo – C
  10. Rivincita
  11. I Giardini Di Marzo (cover)
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Wanikija Records
  • Genere: Stoner Alt Rock

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