Bisogna sempre essere attivi ed agire nella contemporaneità affinché un minimo  segno rimanga scolpito nella fredda pietra per sempre. I nostri hanno compiuto un lungo viaggio in termini di carriera (siamo arrivati a 20 anni di attività) e con questo “Darkness, Then Light” si può asserire che si è concluso il loro peregrinare dentro i 34 canti dell’Inferno dantesco. E’ da 20 anni, appunto, che questi tre loschi figuri campani si aggirano per le tenebre a raccogliere testimonianze di esseri invisibili, di personaggi abnormi; venti anni che ci raccontano di solitudini, di sofferenze, di viaggi solipsistici mentali, una vita artistica dedicata a ciò che rimane nell’ombra, a ciò che la gente per bene non vuole vedere, tutto ciò che non ha la possibilità di sganciarsi, di fare un scatto in avanti, che proprio non riesce ad emergere dalla parte oscura della luna. Hanno scelto di attraversare, metaforicamente in compagnia di Dante e Virgilio, tutto l’Inferno del sommo poeta per narrarci i mali e i dolori che riempiono le nostre vite quotidiane; quelle solitudini che per forza di cose non debbono essere evidenti, accessibili emotivamente, ma che possono essere vissute nell’isolamento forzato di una cella carceraria, possono essere provate nelle tristezze vacue di chi spinge un carrello in un centro commerciale insieme ad una donna che non lo ama più, nella straziante attesa di un paziente disteso sopra una barella dentro un Pronto Soccorso, magari in quel magico momento pieno di silenzio e di sguardi che accomuna un portiere ed un calciatore durante l’esecuzione di un penalty, oppure le solitudini derivate dalla sensazione di sentirsi grigio e sbagliato in un mondo intriso di colori e pieno di effervescenza.

In Aevum Agere traggono ispirazione dal tedio quotidiano, dall’eterno ritorno dell’eguale, e tramite un Doom ante litteram epico ed energico, trasformano in poesia musicale la teatralità del gesto paranoideo del pensiero auto ripetitivo, ossessivo ed elicoideo.

Il cd ha questo fil rouge, una sua essenza di immortalità nell’incedere passo dopo passo, canzone dopo canzone; si sente quella pesantezza che avvertiamo ogni qualvolta ci apprestiamo a fare i conti con noi stessi e orgogliosi, tronfi, superbi, fieri ed assolutamente convinti, ci avventuriamo in proclami  distorti con frasi storiche da dopo cena che appaiono immediatamente in antitesi con ciò che avvertiamo nel nostro profondo. Non è un auto incensarsi, ma è porre in musica l’estrema consapevolezza di tutto ciò che appare effimero, etereo perennemente oscillante sul gioco continuo di inseguire attimi transitori e vagamente, (o stupidamente) avvertiti come irripetibili, in aperta e chiara opposizione con la ombrosità che paludosamente insiste sulle problematiche ataviche che stringono le catene chiuse a serraglio dalla vita stessa. E per concludere, citando il poeta fiorentino, nessun maggior dolore, che ricordarsi del tempo felice, nella miseria.

Leonardo Tomei

Tracklist:

  1. Kerberos
  2. The Harpies And The Suicides
  3. Antenora
  4. Phlegyas
  5. Darkness, Then Light
  6. Itenerarium Mentis In Deum
  7. Ad Finem
  8. The Descent
  9. The Mountain Of Purgatory
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Metal On Metal Records
  • Genere: Epic Doom Metal

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