Proviene da lontano la storia di questo combo modenese e sicuramente lungo la estenuante carriera ha marcato decisamente il territorio riuscendo a lanciare il moniker a suon di concerti e collaborazioni.

Esperienza da vendere, un atteggiamento che lascia ben poco spazio a fantasie di pacifismo a buon mercato e salottiero e di fratellanza eterogenea; un muro di suono che vi ritroverete di fronte altissimo e apparentemente pericolante, pronto a crollarvi addosso; un muro di un vicolo cieco che imprudentemente avete imboccato fieri e sicuri di voi stessi. Gli otto pezzi proposti si rifanno a quel Hardcore di stampo newyorchese (non per niente l’ultimo e nono pezzo è una cover dei Madball progetto parallelo di Roger Miret e di Vinnie Stigma).

Non c’è un attimo di respiro, anzi forse gli unici momenti di calma assomigliano quasi a quei minuti apparentemente statici prima della grande tempesta; in effetti dopo circa un minuto e venti secondi di un arpeggio di chitarra si parte a dare testate e menare le mani nel vuoto con “The Misers” il pezzo che apre questo “Unbreakable“. Sulla falsa riga della prima traccia, il secondo episodio, ove emerge prepotentemente la linea di basso di Mirco Bennati e la precisione della batteria di Nicolas Badiali; interessante anche l’assolo centrale che rimane in chiave e risulta ammiccare a delle venature melodiche.

Tre minuti di violenza sonora è “Empire Of Fire” con delle punte di velocità mai fini a loro stesse ma al servizio della potenza del pezzo. Un misto fra il Metal moderno a – la Slipknot e la devastazione di Strapping Young Lad, è “Condemned To Fear” con tanti stop and go ma anche cambi di dinamiche.

Alzate il volume, stendete le braccia al cielo, serrate i pugni, non rassegnatevi al mutismo e tirate fuori la voce ed urlate insieme a M.V. – il cantante – per seguire le strutture armoniche di “Loud Voices” che, se non fosse per il modo del cantato, ricorderebbe i mid tempo degli Slayer. Che pezzo!

Una traccia più rilassante (se mi si concede il termine legato a questo genere) e decisamente interlocutorio è la sesta canzone; certo che tenere sempre il piede a tavoletta sull’acceleratore è impresa ardua anche per questi cinque indemoniati, stupratori e picchiatori delle dodici note. Comunque una song che mette quasi di buon umore, quel buon umore che viene presentato con sfrontatezza e piglio da giovane ultras.

The Call Of Falldown” rimarca la potenza delle distorsioni chitarristiche di Luca Cocconi e di Matteo Usberti e nuovamente mette in risalto la precisione della sezione ritmica: un crescendo che esplode in parti portate avanti ad una velocità estrema.

Si chiude (oltre alla già menzionata cover) con “Disconnection” un pezzo che prende a piene mani dallo spettro delle emotività: tristezza, rabbia, desolazione, sconforto, violenza. Se amate le sonorità legate al Hardcore Old School, ecco allora acquistate questo cd.

Leonardo Tomei

Tracklist:

  1. The Misers
  2. The Real Face
  3. Empire Of Fire
  4. Condemned To Fear
  5. Loud Voices
  6. The Slothful
  7. The Call Of Falldown
  8. Disconnection
  9. Hold It Down
  • Anno: 2024
  • Etichetta: Time To Kill Records
  • Genere: Hardcore Old School

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