Nell’oscurità si aggirano creature reiette, che covano sentimenti di tristezza e di vendetta: i NIAMH hanno deciso di dedicare a loro il quarto e nuovo album: ecco PEOPLE OF THE UNDERWORLD.

 

PEOPLE OF THE UNDERWORLD non è semplicemente un album, ma un viaggio nel sé più profondo. Più che goth, con un retrogusto di rabbia e vendetta. Un modo per affrontare insieme la tristezza e l’euforia.

 

“Siamo i diversi, i reietti, quelli che quando passi, la gente si parla nell’orecchio guardandoti di nascosto. In PEOPLE OF THE UNDERWORLD urliamo solitudine, rabbia, rivalsa”.

 

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TRACCIA PER TRACCIA

 

THE UNLOVED: “Volevamo un brano forte, con chitarre pesanti, che trasudasse introspezione e intimità”

 

SONS OF GOD: “Una ricerca verso una spiritualità alternativa, dove urliamo rabbia e sospiriamo rassegnazione”

 

SHINING LIKE SIRIUS: “Qui rallentiamo un po’, guardiamo noi stessi allo specchio, cerchiamo di mettere a fuoco il mondo in cui viviamo, con un po’ di dolcezza e poesia”

 

I, THE UNDERDOG: “No one likes us, we don’t care” è l’intro della canzone, senza mai riprendere fiato, è una corsa a rotta di colla, contro tutto e tutti. Si ispira alla tifoseria del Milwall, first division del campionato inglese”

 

A TIME FOR FAREWELL: “Qui la solitudine e la tristezza vincono: si parla di amori che se vanno per sempre. Fun Fact: l’intro parlato è un estratto di un monologo di Ali Agca”

 

ANTIBIOTIC: “Si torna a urlare, dritti in faccia. Senza riprendere fiato, come pazzi. Harakiri ci dà una mano con le sue spoken words taglienti e ritmate”

 

THE WOW EFFECT PRT2: “E’ forse il brano più sognante e poetico del disco, si torna a parlare di addii e solitudine”

 

KILLJOY: “Pezzo strumentale solo elettronico, ansiogeno, cinematografico e opprimente”

 

SEEK & DESTROY: “Sono i Metallica: cosa dobbiamo aggiungere?”

 

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Nonostante la loro giovane età (come band, eh!), i NIAMH hanno già raggiunto alcuni obiettivi importanti per quanto riguarda i concerti dal vivo, sia in Italia che all’estero attraverso l’Europa e soprattutto nei grandi festival. E continuano ancora a battere la strada (no, nessun doppio senso), quindi tieni d’occhio i loro canali social media perché non puoi sapere se suoneranno proprio alla porta accanto. Sinceramente hanno già avuto qualche soddisfazione: hanno aperto per i Soulfly, Enter Shikari, Lacuna Coil, Placebo, Arch Enemy, Dark Tranquillity, Chemical Brothers e molti altri.

 

Dopo un anno di duro lavoro, trovano un’etichetta e pubblicano CORAX, il loro album di debutto. Non elencano tutte le loro influenze, è meglio e più divertente ascoltarlo. Per te sarebbe stato troppo facile, altrimenti! Perché chiamarlo CORAX? Bene, che domanda. Perché tutti i titoli più belli erano…no, dai, scherzando. CORAX: oscuro, poetico, noir. Un po’ di Poe ogni volta. E molto NIAMH.

 

Il secondo album è stato pubblicato a novembre 2019, chiamato SUPERSONIC. Lo hanno promosso con tanti live, suonando per la prima volta in Russia! Sopravvissuti alla vodka, sono tornati e hanno dovuto rimanere bloccati per il COVID e annullare il resto del tour. Tempi duri. SUPERSONIC è in qualche modo più diretto, più elettronico, più introspettivo. Come piace dire a loro, tra Depeche Mode e Cannibal Corpse.

 

In un momento di lockdown e frustrazione, hanno composto il nuovo album AUTUM NOIR. Un tocco di goth, un qualche decadentismo qua e là, growls e ritornelli orecchiabili. Ed eccoli qui con il quarto album: PEOPLE OF THE UNDERWORLD.

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