I Keres nascono nel 2015, provengono dall’Alto Adige e sono l’evoluzione artistica dei The Crying of Angels (autori di un solo demo intitolato ‘At The Gates of Armageddon‘); nel 2016 pubblicano il loro EP di esordio ‘Heresy‘ con il quale prende forma un death metal screziato di black. ‘Homo Homini Lupus‘ è l’atteso esordio sulla lunga distanza, pubblicato dalla Gruesome Records e prodotto da Stefano Morabito ai 16th Cellar Studio; 33 intensissimi minuti di pura brutalità.

Il tema dominante, come si evince dal titolo, è la peggiore piaga che esista sulla terra: l’umanità. Riprendendo il pensiero di filosofi come Hobbes e Schopenhauer, ciascun individuo mosso dal suo più intimo istinto cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei propri desideri. Ognuno vede nell’altro un nemico. Non meritiamo l’estinzione?
La rabbia, il senso di frustrazione e lo sdegno dei Keres rispetto a questa riflessione sfociano nella violenza della loro proposta musicale, un death metal essenziale fatto di blast beat, riff veloci e parti rallentate ma pesantissime come in ‘Pale Horse of Extinction‘ o ‘Eradicate the Infected Seed‘. L’album si snoda con sapiente ritmo, i Keres sono riusciti a mescolare tanti piccoli spunti compositivi che vanno da l’epicità di ‘Oblivion‘, alla furia Black Metal di ‘Immaculate Incarnation of Darkness‘, all’introduzione psichedelica di ‘Void and Silence‘ fino al minaccioso arpeggio che introduce la punta di diamante dell’intero album, ‘Leviathan‘, una lenta ma implacabile marcia distruttiva.

La voce di Ares, sebbene non particolarmente riconoscibile tra la miriade di vocalist growl, recita un ruolo fondamentale nel sottolineare l’impatto feroce della musica dei KeresAzrael e Astahrot giocano a rincorrersi con riff contorti, cupi e mai ripetitivi accompagnati dal mostruoso, tecnicamente, Notrhakr alla batteria e da Hrymr al basso; una prova tecnica ineccepibile valorizzata da una produzione volutamente grezza e talvolta con echi industriali.

Trovo vincente anche la scelta di puntare su una durata contenuta, i 33 minuti volano via senza brani riempitivi, ogni singola nota è studiata e funzionale alla realizzazione di un disco cattivo, inquietante ma mai noioso o monotono.
Potrebbe essere una bella scoperta per chi non è avvezzo al genere, consigliatissimo per tutti gli altri.

Filippo Marroni

Tracklist:

  1. Exist for War
  2. Immaculate Incarnation of Darkness
  3. Oblivion
  4. Pale Horse Of Extinction
  5. Until Everything’s Burned
  6. Leviathan
  7. Eradicate the Infected Seed
  8. Void and Silence

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  • Anno: 2024
  • Etichetta: Gruesome Records
  • Genere: Blackened Death Metal

 

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