La band meneghina è attiva da più di dieci anni ma, e chiedo venia, è la prima volta che mi imbatto in questo moniker, combo formato per altro da giovani musicisti ma assai preparati da un punto di vista tecnico.
Nelle note di accompagnamento leggo che con questo “Novo Deus” sono alla loro quarta fatica in studio (in aggiunta abbiamo anche un ep in acustico del 2021), che hanno effettuato un tour estivo a livello europeo (presumo durante lo scorso anno) e che sono molto conosciuti in relazione al mondo “social” (più di un milione di streaming e di visualizzazioni). Band dedita ad un puro Prog Metal con questo nuovo album ha deciso di smarcarsi dai clichè ipertecnici (sebbene qualche passaggio a – la Dream Theater resista e venga prepotentemente alla ribalta) di un genere che, piaccia o non piaccia, non prevede certamente delle improvvisazioni da dilettanti allo sbaraglio, ebbene con questi brani ha voluto andare oltre, spingere sull’acceleratore della creazione compositiva ed ha confezionato questi quattordici pezzi. Il disco presenta sfaccettature molteplici, una poliedricità davvero inaspettata, una babele di stili, un continuo aprire e chiudere parentesi, un turbinio di atmosfere che tenderà a creare un Kaos mentale nell’ascoltatore non avvezzo a certi pindarismi musicali e che rimarrà sicuramente assai perplesso e sbigottito. Per stessa ammissione del combo milanese l’ascoltatore farà un viaggio attraverso sonorità tipiche di tutte le parti del mondo: si passerà dall’Africa al Country americano, dal Tango argentino alla Bossa brasiliana fino alla Cina ed al Giappone.
In effetti la title track mischia molto arditamente la Samba con elementi del Progressive, del Prog Metal e i musicisti aggiungono anche innesti jazzistici, della serie o sai suonare altrimenti certe cose le ascolti e basta!
Il disco viene aperto da “Hewa KuniKosa” una forma canzone che fa del tribalismo coristico il tema principale e che viene assaporito da accenni ad un lontano Oriente; si ritorna più vicino al mondo Occidentale con la balcanica “Nesnesitelna Lehkost Bytì“; facciamo una capatina tanto per gradire verso Istanbul con la terza traccia, crocevia di culture e di lingue per poi passare direttamente ad est e più precisamente in Giappone con “Yueliang“. Si fa il giro del mondo per andare in Argentina con i pezzi centrali dell’album che si apre ad una vena rivoluzionaria un po’ desaperecidos e un po’ zapatista.
Verso la fine di questo “Novo Deus” si rientra in un ambito più intimistico, universale, quasi a voler ricordare la mondialità della musica e la dolce e solare “Twelve Valiant Saints” con il suo delicato Country non fa altro che rimarcare e ribadire come la musica possa essere un valido elemento e strumento di fratellanza fra tutti i popoli.
Leonardo Tomei
Tracklist:
- Hewa Kunikosa
- Nesnesitelnà Lehkost Bytì
- Baghavad Gita
- Yueliang
- Tatsuta Gawa
- Novo Deus
- No Dormireis
- Cuervos Nocturnos
- Hamaholo Ogo
- Twelve Valiant Saints
- Pictures Pt. II
- Sermon For The Wastlands
- I Avare
- An Die Musik
- Anno: 2023
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: World Prog Etno
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