Quando ho letto “New Wave Of Blackened Heavy Metal” mi si sono subito umettate le orecchie, desiderose di fagocitare quella mistura di Maiden, scream, speed Metal e folk adombrata nelle note di accompagnamento di questo disco. Pregustavo così qualcosa che mi ricordasse i primissimi Naglfar, oppure i Darkthrone di “The Underground Resistance” o meglio ancora l’ipermelodica furia dei 3 Inches Of Blood, e invece…
Mi sono chiesto quanto le mie aspettative, deluse e mal riposte, abbiano determinato la sensazione di disappunto derivata dall’ascolto, ma credo di aver individuato argomentazioni più solide ed oggettive per descrivervi ciò che non mi ha convinto di questo debutto.
Nato su iniziativa di Luke Vincent (che canta, compone tutto e programma la batteria), il progetto Quiet River mantiene il sapore di “one man band”, anche se alle registrazioni partecipano pure un bassista (impercettibile) e un chitarrista (col feeling di un robot).
L’energia primordiale della NWOBHM fatica a trovare un’espressione attraverso la rigida schematicità della batteria finta e pure i riff sembrano prosciugati di ogni verve o vitalità. Certo, le progressioni degli accordi sono proprio quelle che ci hanno fatto innamorare di questa musica e i fraseggi armonizzati fanno sempre scattare quel certo non so che, ma gli arrangiamenti e le soluzioni compositive adottate da Luke sono talmente abusate e logore da spegnere ogni entusiasmo. Le canzoni non solo sono tutte molto simili, sono addirittura TUTTE nella stessa tonalità (La minore, per la cronaca), tanto da dare l’impressione di trovarsi di fronte al tentativo di riscrivere la migliore versione dello stesso brano. Per otto volte.
La voce, ben lontana da tutti gli standard dello scream, è in realtà un monotono bisbiglio rauco soffocato nel riverbero, priva di qualsiasi guizzo emotivo, intensità o dinamismo e spesso pure leggermente fuori tempo. Sembra giusto un rumore aggiunto qua e là, mentre le sezioni strumentali abbondano. Colpisce l’assenza di assoli veri e propri e la ricorrente metodologia nello strutturare i brani per cellule ripetute.
Il suono generale è potente e fin troppo pulito, scarsamente amalgamato e poco affascinante. Con questi giudizi severi non voglio però mettere in discussione l’evidente amore e l’indubbia dedizione che Luke tributa a queste sonorità primordiali, che ci accomuna e affratella.
Carina l’idea di intro e outro intitolate “Switch On” e “Switch Off”, anche se le due brevi composizioni non decollano.
“Octane Overlord” presenta tanti segmenti melodici dove vengono proposti temi abbastanza simili ed intercambiabili, il più efficace dei quali, su tappeto di doppia cassa, evoca un sapore di Running Wild.
“Danger Zone” pesta nella stessa pozzanghera, mentre “Under The Spell” tenta un ritmo più saltellante e atmosfere che possiamo definire folkeggianti, se non altro perché si parla di maghi nella foresta…
La canzone che prende il nome del gruppo (o viceversa) ha un piccolo guizzo dinamico in più dovuto al crescendo sintetico sui tom, anche se le melodie restano apatiche e asettiche, confondendosi una con l’altra mentre l’accompagnamento ritmico è di una banalità disarmante. Una certa prolissità diffusa non aiuta a snellire l’esperienza di ascolto, che si traduce presto in fatica e distrazione. Manca il fuoco, manca la vitalità, manca l’elettricità.
Su “Agony & Glory” abbiamo un bel tempo sostenuto, un riff sincopato nella strofa, e una scintilla di melodia in più, ma l’asticella si alza di poco.
“Mirage” è identica a quanto sentito finora e mi lascia perplesso sulle possibilità di sviluppo di questo progetto, che fa della reiterazione di un’unica idea (tra l’altro di seconda mano) la propria identità.
Peccato, perché il logo e la grafica avevano subito catturato la mia attenzione e quei quattro pappagalli gialli in copertina mi avrebbero fatto comprare il disco a scatola chiusa, qualora ci fossi incappato a una qualche fiera del disco…
Marcello M
Tracklist:
- Switch On
- Octane Overload
- Danger Zone
- Under The Spell
- Quiet River
- Agony and Glory
- Mirage
- Switch Off
- Anno: 2023
- Etichetta: Broken Bones Promotion/Crashsound Distribution
- Genere: Blackened Heavy Metal
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