Non so quanti melomani frequentino il variopinto mondo dell’Heavy Metal, ma sicuramente non è necessario avere una passione smisurata per la musica lirica per capire la valenza degli Eagon, band barese nata nel 2018 da un’idea della bassista e compositrice Valeria Tritto che ha ben pensato di collaborare con la cantante Monica Cimmarusti, per concretizzare gli undici brani che hanno finalmente trovato sostanza nel presente ‘Equilibrium‘.

La proposta della band è un symphonic metal con una forte anima progressive in cui possiamo sentire anche influenze folk e gothic, i cui brani sono congegnati alla perfezione per farvi travolgere dalla bella timbrica di Monica, una voce capace di essere a proprio agio nei momenti più metal (“A Passage“, “Starry Niche” – le mie preferite), come in quelli più lirici (“I Want To Die As an Astronaut“, “Not Yet Lost” “Cavatina Alla Luna“), una voce in grado di farti fare quel passo in più che ti permette di prendere il volo e librarti alto, finalmente svincolato dal peso della realtà quotidiana.

Nella creazione dei pezzi non si è mai alla ricerca dell’irruenza, della trovata a effetto, ma, al contrario (qui che la matrice progressive del combo viene fuori) la band gioca sulla costruzione di atmosfere, sull’evocazione di emozioni che sfociano in ritornelli melodicamente compositi che (qui sì) sono di forte impatto, per la giustapposizione con il resto del brano e per la naturale evoluzione di esso (“Equilibrium” di nome e di fatto). Ci possono essere incipit potenti, come in “Rings Of Destiny“, dove alla doverosa ed evocativa narrazione intoduttiva ( “…e nel buio incatenarli”), conosciuta a menadito da ogni appassionato della saga di J.R.R. Tolkien, si affianca una cassa quadruplicata power symphonic sufficiente a riforgiare Narsil in Anduril senza l’aiuto dei fabbri di Imladris, per poi assestarsi su ritmi più riflessivi, prodromo di chorus avvolgenti e subito familiari.

In certi momenti si può ascoltare qualcosa di inaspettato, come i rimandi ai Lacrimosa (“Ad Gloriam“) o i Therion di ‘Theli’ (“Timbers Of Heaven“) e addirittura qua e là, echi di Kate Bush.

La prendo un po’ larga: per chi ha qualche anno sulle spalle come me, il volto e il nome di Vincenzo Bellini non dovrebbero essere del tutto sconosciuti, perchè il suo ciuffo ribelle e lo sguardo fiero capeggiavano sulle 5000 lire del tempo che fu; per essere ancora più sul pezzo qualcuno potrebbe anche ricordarsi del retro di tale banconota, in cui erano raffigurate la sacerdotessa Norma (protagonista dell’opera più famosa del nostro), l’albero, il tempio e la Luna, quest’utima destinataria dell’aria (Casta Diva) che è il cuore di “Cavatina Alla Luna“, brano che conclude degnamente questo ‘Equilibrium‘, in cui avviene lo scarto definitivo tra il metal e la lirica, da ascoltare con assoluta concentrazione e trasporto, perché, ancora una volta, la voce di Monica merita tutta la nostra attenzione e il nostro apprezzamento; paluso da estendersi ovviamente a Valeria per aver composto la parte orchestrale e pianistica.

Un ottimo esordio, dunque, per gli appassionati del genere symphonic progressive, che difficilmente stancherà e, anzi, potrebbe fungere da spunto per spingersi un pochino più in là, inoltrandosi in quel mondo sconfinato e impegnativo che è la musica lirica che, grazie anche a quest’opera, potrebbe essere un gusto acquisito e non più così alieno.

Cristian Angelini

 

Tracklist:

  1. La Promenade
  2. A passage
  3. Rings Of Destiny
  4. My Hero
  5. I Want To Die As An Astronaut
  6. Ad Gloriam
  7. Not Yet Lost
  8. Timbers Of Heaven
  9. Starry Niche
  10. Equilibrium
  11. Cavatina Alla Luna
  • Anno:2023
  • Etichetta: Wanikiya Records
  • Genere: Symphonic Progressive Metal

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