Dalle ceneri del progetto stoner/sludge noto come Stoned Monkey, nascono i Sacri Suoni: una band molto interessante che, prendendo ispirazione da generi già sperimentati, risulta essere molto apprezzabile per via delle influenze psichedeliche che danno un tocco di qualità e di originalità a sonorità oscure di questa tipologia.
La formazione milanese ha già condiviso il palco con artisti del calibro di Messa, Acid Mammoth, Epitaffio, 1782 e Sedna, e il 16 maggio 2023, ha pubblicato il suo primo full lenght, tramite Zanna’s Records, intitolato “Sacred is Not Divine”.
La particolarità maggiore di questo disco è il fatto che sia interamente strumentale ma, grazie alla buona ispirazione delle composizioni, l’ascolto risulta decisamente gradevole e sembra poter essere un’ottima reinterpretazione, a livello di umore e di atmosfere, dei grandi film horror esoterici degli anni 60/70; infatti, ascoltando attentamente i singoli brani, sembra poter ascoltare e respirare quell’aria malsana di certe pellicole cinematografiche dell’epoca. Ovviamente in una chiave moderna, acida e ipnotica.
“Doom Perspection Of The Astral Frequency (0-1)” si presenta con delle line di basso che s’incrociano con puliti arpeggi di chitarra che si trasformano in riff devastanti e che devono molto sia alla scuola stoner/sludge che al grande doom dei primi anni 90. I suoni sono eccellenti cosi’ come il lavoro della sezione ritmica che permette alle chitarre di dare vita a vortici decadenti e mortiferi. La precisione delle parti più pesanti e metalliche è chirurgica. Ottimo brano di apertura che si conclude con un lavoro di chitarre pulite accompagnato dall’ispirato lavoro del bassista.
“Six Scalps For Six Sounds” è strutturata come il precedente brano ma emergono, con grande prepotenza e capacità, le influenze dei grandi Saint Vitus e Black Sabbath. Il lavoro delle chitarre è interessante poiché si alternano riff lenti e sabbathiani a riff caratterizzati da un fortissimo delay che contribuisce a creare un enorme tessuto sonoro malato e devastante. Le cavalcate sembrano ispirarsi ai grandi Black Sabbath di “Master of Reality” ma si sentono, in alcuni momenti, anche influenze dei mitici Hawkwind. Brano molto interessante e decisamente ispirato. La coesione tra i singoli musicisti è notevole. I nostri ci regalano 10 minuti di grande intensità.
I 13 minuti di “Cult Of Abysmus” sono una perla di malsana oscurità. Il lavoro del batterista permette alle chitarre di creare riff lenti, decadenti e cimiteriali che, con grande sapienza, si amalgamano a fraseggi di chitarra che sembrano fuoriuscire da delle cripte dimenticate da ogni spazio e da ogni tempo. Riuscite sono le piccole cavalcate metalliche a metà brano, che servono per spezzare la composizione che sa essere molto omogenea nel suo insieme. La coda finale è decisamente inquietante.
Gli otto minuti finali di “Plutomb, Engraved In Reality” profumano di mistero e di morte. I riff di chitarra sanno prendere, con grande esperienza, ispirazione dai Maestri del genere. Gli assoli sanno ricreare il magico alone degli anni 70/80 e danno quel tocco di energia a questa ottima composizione che chiude, con bellezza, questo ottimo debutto fatto di note oscure, magiche e decadenti.
Domenico Stargazer
Tracklist:
- Doom Perspection Of The Astral Frequency
- Six Scalps For Six Sounds
- Cult Of Abysmus
- Plutomb, Engraved In Reality
- Anno: 2023
- Genere: Doom Stoner Psychedelic Sludge
- Etichetta: Zann’s Records
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