Progetto nato 14 anni orsono con sonorità più vicine ad un Heavy Metal abbastanza classico, dopo due ep “Dark Warrior” e “Rise Again” entrambi del 2011, compiono un balzo in avanti nella loro carriera con l’inserimento del singolo “Black Widow” nella compilation metal “Kill City” numero 39. Da qui una continua evoluzione stilistica ed una escalation verso orizzonti più ampi. Debuttano nel 2016 con il full length “Conspiracy Of Blackness And Relative Aftermath” prodotto con l’etihetta Sg Records. Grazie anche agli ottimi riscontri da parte di critica e di pubblico, la band viene intervistata dalla rivista specializzata Rock Hard Italy; si susseguono date dal vivo, l’esperienza aumenta, ed il moniker acquista sempre più visibilità a livello nazionale.

Arriviamo quindi ai giorni nostri con la produzione di questo secondo album sotto l’egidia della etichetta parmense: l’intento del gruppo è di sperimentarsi dentro territori più  moderni, più vicini al Nu Metal e all’Alternative.

In questi pezzi ciò che spicca su tutto l’impianto sonoro è la voce della cantante: Grazia Riccardo, leccese, dotata di una ugola decisa, stabile, potente, suadente quando e quanto vuole, che riesce a modularsi e a modellare atmosfere variegate. La trentottenne salentina può ricordare Amy Lee, oppure Tarja Turunen, ma anche i virtuosismi della ben nota Cristina Scabbia, nominativi ovviamente riconducibili a tutto quel Gothic Metal che ha imperversato soprattutto dall’inizio del nuovo millennio.

Ma secondo me c’è dell’altro; opinione personalissima, mi preme sempre sottolinearlo, si può (e le capacità tecniche dei vari Bortone alla chitarra, Caliri e Salerno alla sezione ritmica – rispettivamente basso e batteria – non solo lo permettono ma portano anche una sorta di obbligatorietà), dicevo, ci si può addentrare in luoghi maggiormente oscuri e decadenti. Prendiamo ad esempio l’opener “Oblivion“: ambient e climax creati, grazie anche al sapiente uso del synth (che gioca un ruolo non secondario nel corso di tutti i pezzi seguenti), e la profonda voce della nostra singer, fanno supporre ad una apparizione fugace di una band come i Dead Can Dance per la creazione di panorami sonori intensi, per la voce sussurrante e vibrante ci si può immaginare ad ondeggiare fra Siouxsie Sioux e Christa Paffgen, infine per il lento incedere potrebbero apparire in lontananza in un fade sospeso i primissimi Cure. Tutto questo impone una riflessione verso una ulteriore avanzamento, verso una ricerca più approfondita di tematiche emotive ancor più intimistiche e nascoste. Va da sè che tutto il cd trasudi di modernismo post apocalittico ancorato al momento attuale (vedere per capire le questioni esposte nel video di “Collapsed“), ma si respira anche un’aria paludosa, tragica, pesante, malinconica tutta raccolta nella solenne tristezza di “The Bride Of Ash“.

Un plauso, per concludere, alla personale interpretazione (che ribadisce la padronanza degli strumenti e della tecnica) ad una famosa hit dello scomparso cantante reatino.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. Oblivion
  2. Collapsed
  3. Wlcome Death
  4. The Bride Of Ash
  5. Bones
  6. Afterlife
  7. The Moth
  8. Rise
  9. Last Man Standing
  • Anno: 2023
  • Genere: Alternative Nu Metal
  • Etichetta: Wormholedeath Records

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