CROWDEAD – Tearing Your Soul Apart

24Otto pezzi (l’ultimo è una cover dei Sepultura) di puro Groove Metal con innesti qua e là di un Death orientato a sonorità più moderne.

Dalla città legata al mito della profetessa Manto, dal nostro patrimonio italico (riconosciuto dall’Unesco) provengono i quattro virgiliani che picchiano giù duro, puntuali e precisi come orologi svizzeri, senza sbavature, puntellando con colpi poderosi e ben assestati, il loro territorio musicale.

Nascono a Mantova nel 2017 e dopo circa due anni pubblicano il loro primo album “Malphas“. Con l’ingresso del front man, Roberto Renoffio, riescono a dare una certa stabilità al combo per arrivare quindi ad incidere, presso lo studio Audiocore a Fontevivo in provincia di Parma, questo “Tearing Your Soul Apart“.

Citano Lamb Of God e Machine Head come loro punti di riferimento e fonti di ispirazione ma si sentono anche le lezioni antiche di Kerry King, Mille Petrozza e di Jeff Becerra.

Molto interessante è lo stacco centrale che spezza, spiazzando l’ascoltatore, divide letteralmente in due tutto il cd: “The Poem Of Lies“, molto cadenzata, ricorda nel cantato e nel giro degli accordi rispettivamente Gus Chambers e Walemar Sorychta.

Hanno un bel impatto e sicuramente la carica dal vivo è notevole: infatti hanno partecipato a diversi festival esibendosi con Implore, Kataklysm, Sinister, Flashgod Apocalypse per esempio.

Il loro sound è moderno, secco, preciso, a volte asettico, potente, tagliente. La sezione ritmica viaggia che è un piacere ed in un pezzo come “Paralyzed” si mette in luce con doppi tempi e stoppate.

Si sente in lontananza la chitarra di Denis D’Amour purtroppo prematuramente scomparso all’età di 45 anni; il lavoro alle sei corde è deciso, granitico, lascia poco spazio alle divagazioni, ma ha anche delle aperture nell’uso per esempio di determinati accordi leggermente dissonanti.

La lunga opener ci introduce, come è giusto che sia, all’ascolto di questi trenta minuti di calcolata furia musicale: penso che il cantato di Renoffio sia un valiore aggiunto a tutte le composizioni e che faccia fare un salto qualitativo a tutto il cd. Molto curati gli arrangiamenti e devo dire che anche la qualità della registrazione, pur essendo una autoproduzione, ma è decisamente da non buttare.

Per gli amanti del genere questo cd è vivamente consigliato.

Leonardo Tomei