‘XI‘ è il quinto lavoro dei pugliesi Elegy Of Madness, registrato e prodotto da Simone Bertozzi e Simone Mularoni ai Domination Studio di San Marino e pubblicato per la sempre ottima Scarlet Records.
‘XI‘ ruota attorno al significato simbolico del numero undici e ogni brano ne descrive alcuni aspetti, come il risveglio e la crescita spirituale, la forza, l’intuizione, il nuovo inizio, il disordine, il caos e la natura peccaminosa dell’uomo. La formazione vede l’innesto di una nuova cantante, Chiara Di Mare, aka Kyrah Aylin accanto alle chitarre di Tony Tomasicchio e Marco Monno, al basso di Larry Ozen ed alla batteria di Francesco Caputo.
Potremmo parlare di symphonic metal, modern metal o di gothic, in realtà trovo assolutamente originale quanto proposto dagli Elegy Of Madness in questo ‘XI‘, un potentissimo disco pieno di affascinanti atmosfere romantiche e malinconiche, a testimonianza del fatto che non occorre per forza essere veloci per fare Heavy Metal. Non mancano canzoni dinamiche (‘Crawling‘ è fantastica) ma nel complesso siamo di fronte ad una sapiente scrittura pregna di tanti piccoli spunti attinti dalla nutrita galassia dei sottogeneri del metal: una miscela riuscita, a cominciare da ‘Broken Soul‘, arrangiata (e si sente) con l’aiuto di Simone Ferrini dei Fleshgod Apocalypse, con un riff pesantissimo degno del migliore Michael Romeo.
‘Hybrid Love‘ si apre con un tributo ai Rammstein e prosegue su binari pop metal sempre con questo intrigante connubio tra aggressività e melodia. ‘Revelation‘ strizza l’occhio al metal mediterraneo (solo io ci sento i Myrath?) mentre ‘Insanity‘ è una splendida ‘finta’ ballata, dove la melodia non frena l’epicità di fondo.
‘Goddess‘ presenta brevi interventi in growl ma è la canzone che tutti vorremmo sul prossimo album dei Nightwish (e questo è un grandissimo complimento per il sottoscritto) mentre ‘Moon‘ funge da ‘intervallo’ prima della parte finale del disco che chiude in crescendo questo ‘XI‘: ‘Portrait Of A Ghost‘ è un pezzo symphonic black, perfettamente calibrato tra parti melodiche e parti orchestrali tetre e lugubre; ‘A.I. Slavery‘ fa da intro alla già citata ‘Crawling‘ che vince a mani basse la palma di miglior pezzo del disco, rappresentando tutte le caratteristiche vincenti degli ‘Elegy Of Madness‘ ossia melodia, potenza, epicità ma allo stesso tempo facilità di ascolto che ti invoglia all’ascolto ripetuto. ‘Legion‘ chiude senza sorprese (negative) il disco, mantenendo alti i livelli di eroicità quasi cinematografica.
Due parole vanno spese per Kyrah Aylin la cui splendida voce ha contribuito ad un notevole salto qualitativo: senza nulla togliere al songwriting, all’esecuzione tecnica e alla produzione, Kyrah non appare una mera esecutrice ma impreziosisce e personalizza la proposta musicale degli Elegy Of Madness.
Un ottimo prodotto, un ascolto consigliato anche a chi non è a proprio agio con queste sonorità.
Filippo Marroni
Tracklist:
- 11:11
- Broken Soul
- Hybrid Love
- Revelation
- Insanity
- Goddess
- Moon
- Portrait Of a Ghost
- A.I. Slavery
- Crawling
- Legion
- Anno: 2023
- Genere: symphonic metal, modern metal, gothic
- Etichetta: Scarlet Records
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