‘Innervoid’ è il tredicesimo album studio per gli Eldritch ed il primo senza lo storico cantante Terence Holler.

La prima grossa incognita risiede principalmente sul nuovo lead vocalist Alex Jarusso e sulla direzione stilistica che la band potrebbe aver intrapreso dopo l’avvicendamento dietro al microfono.

La vena compositiva e l’ispirazione che muove “Innervoid” segue direttamente il predecessore (EOS del 2021) più complesso ed articolato dopo l’inserimento in line-up di Lastrucci e di Oleg Smirnoff. Jarusso è un ottimo musicista e le sue doti vocali sono perfette per portare avanti gli Eldritch senza dover “rievocare” il suo predecessore.

 

Già dalla bellissima copertina si avverte l’alone di oscurità e di riflessione introspettiva in seno alla band; non è una nuova nascita e nemmeno un cambiamento di rotta, ma un lavoro metodico e graduale che tiene sempre avanti il sentimento e la melodia.

 

Sin dai primi ascolti emerge subito la profondità delle composizioni, spesso immediate e cariche di una ispirazione eccellente. Dopo l’introduzione il tuffo dentro “Handful of Sand (Right or Wrong)” è quasi esuberante, la carica progressive è rivestita da una corazza metal spigolosa e furente. La grande tecnica e l’elevato prestigio del guitar-work colpiscono in tutti i brani dell’album, c’è bisogno di alcuni ascolti per interiorizzare l’arrangiamento di brani come “Born on Cold Ash”, che inizialmente appare marciare attorno ad un accattivante inciso melodico ma contiene anche sfumature intrigani.

“Elegy of Lust” invece si dischiude subito all’ascolto, non che sia easy-listening ma probabilmente sono influenzato dalla grande aspettativa per questo album ed “Elegy of Lust” è stato il primo singolo estratto (è disponibile in rete anche un bel videoclip diretto dal loro conterraneo Jimmy Burrow). I due brani successivi (“To the End” e “Wings of Emptiness”) sono più radicati nel sound dell’ultimo corso della band ma per ragioni differenti: la prima dal forte appeal ed accessibilità, la seconda una ballad tanto cara alle corde di Holler ma perfetta anche per Jarusso. “From the Scars” è un altro brano piuttosto immediato e se vogliamo “radiofonico” con pochi barlumi preziosi di progressive. “Lost Days of Winter” uno dei picchi più alti dell’album si lancia dalle ritmiche forsennate a certi barocchismi progressive di grande impatto (dai Nevermore ai Symphony X)! “Black Bedlam” nonostante il grande pathos mi appare essere forse il brano più debole del lotto, non propriamente un riempitivo visto che è stato estratto un altro videoclip.

L’album si chiude con la torrenziale “Forgotten Disciple”, degna conclusione dove emergono reminiscenze Symphony X nelle onde sinuose ed ammalianti delle sonorità tipicamente Eldritch!

 

‘Innervoid’ è un album grintoso e moderno, ricco di quell’eleganza progressive che li contraddistingue da moltissimi anni. Il nuovo cantante imponeva di non discostarsi troppo dalla linea tracciata precedentemente, mostrando le nuove terre che potranno ancora esplorare in futuro.

Album consigliato!

 

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Tracklist:

  1. Innervoid
  2. Handful of Sand (Right or Wrong)
  3. Born on Cold Ash
  4. Elegy of Lust
  5. To the End
  6. Wings of Emptiness
  7. From the Scars
  8. Lost Days of Winter
  9. Black Bedlam
  10. Forgotten Disciple
  • Anno: 2023
  • Genere: Progressive/Power Metal
  • Etichetta: Scarlet Records

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