Hertz Kankarok è un progetto fondato nel 2012 in Sicilia da un duo, nello specifico Dario Laletta (che si occupa del versante strumentale) e lo stesso Hertz Kankarok (cantante).

I nostri all’attivo hanno un ep e due full length, rilasciati indipendentemente.

Il tipo di musica proposta è un avant-garde metal con forti elementi gothic/industrial metal. Queste influenze sono racchiuse anche nel loro ultimo nato, ‘Gothic Materialism’, che ha visto la luce nel settembre di quest’anno. Il disco è composto da cinque canzoni molto particolari, e che si aggirano su durata medio/lunga.

L’universo propostoci dai nostri è ora claustrofobico, ora epico, ora variopinto, ma, devo dire, molto raffinato. L’impatto con l’opener ‘An Ode To The Dark Matter’ mi aveva lasciato spiazzato inizialmente per i suoi suoni opprimenti e la sua struttura inusuale che mette in risalto un ritmo ora elettrico, ora martellante.
Una prima traccia veramente particolare, senza dubbio pesante per chi si approccia alla band per la prima volta, ma che ascoltando più volte cresce nell’ascoltatore, permettendo di coglierne i dettagli.

Più sognante la successiva ‘Gurù o la Pietra Lunare’, un brano che sembra quasi una cantilena, ma che si tramuta lentamente in una composizione dal retrogusto orrorifico, con cantato in italiano accompagnato anche da un suadente monologo di voce femminile. Molto ben fatto.

Segue ‘Enlighten me’, un brano che, invece, mantiene intatto il proprio incedere solenne, e sembra quasi una fiaba ancestrale raccontata da delle divinità, che con voci leggere e che paiono giungere da oltre le nuvole, sostengono degnamente la parte canora della composizione.

Lost at Sea’ è il brano più corto del lotto, e che si apre con un arpeggio lento e desolante che ci insegue fino alla fine, accompagnato da un cantato efficace che ho trovato volesse comunicare tristezza e disperazione. A chiudere le danze è ‘The Libertine And The Volcano’ , brano di ben dieci minuti dalla struttura complessa e ricca di sfumature.

 

Dunque, io sono rimasto piacevolmente colpito da questo ‘Gothic Materialism’, trovo sia un disco profondo suonato da musicisti che si muovono con molta attenzione in un campo non facile da assorbire in prima istanza. Dopo una prima traccia non di immediata digestione, è poi facile lasciarsi conquistare dal sound ora poetico, ora pesante, ora suadente, ora deprimente del duo, che mette in luce tante idee interessanti, e sopratutto lavora molto di atmosfera, come si può evincere in canzoni davvero belle come ‘Gurù o la Pietra Lunare’ o ‘Lost at Sea’. Un lavoro da prendere un po’ con le pinze in determinati frangenti, ma decisamente raccomandato sia agli amanti del genere, sia a chi è in cerca di qualcosa di diverso.

 

Recensione a cura di Francesco Longo

 

Tracklist:

  1. An Ode to the Dark Matter
  2. Gurù o la Pietra Lunare
  3. Enlighten Me
  4. Lost at Sea
  5. The Libertine and the Volcano
  • Anno: 2023
  • Genere: avant-garde metal gothic industrial
  • Etichetta: Autoprodotto

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