Davide Laugelli si presenta al pubblico con il presente ‘Out Of The Nightmare’, seconda fatica solista dopo il precedente ‘Soundtrack of a Nightmare’, disco con il quale continua la propria sperimentazione solista nell’ambito di un percorso cinematografico/strumentale che ha più contatti con il progressive che con il metal.

Il nostro ha una lunga militanza (a partire dal 2009) in diversi gruppi metal e in questo disco ha voluto approfondire un approccio sperimentale e di profonda atmosfera che vede l’utilizzo di due bassi (normale e fretless), tastiera (suonata sempre da lui, con l’appoggio di Gabriele Quaranta anche ai programming e Marco Bertoni come guest sulla traccia “Life Is A Joke“), batteria con Filippo Maccarelli dietro le pelli, tranne “Return To Stonehenge” in cui troviamo Michele Panepinto e l’altra guest Roberta Brini alla voce. La chitarra non c’è, a parte la comparsata di spessore di Timo Tolkki, che impreziosisce la spaziale “Message From Neptune“.

Come già accennato, le tracce hanno tutte una vena particolare, quasi cinematografica, infatti troverebbero la loro giusta collocazione proprio come una vera e propria soundtrack e questa è un po’ croce e delizia di tutto l’album: i brani ci sono, ma in alcuni punti si sentirebbe la necessità di sublimare la tensione crescente creatasi all’interno del pezzo, con una risoluzione più definita che non si dovesse appoggiare su una ideale controparte visiva. Mi riferisco principalmente alla iniziale “Blind Eyes Of A Burning Dogma”, pezzo molto interessante che cresce, cresce e quando finalmente parte siamo già arrivati alla fine e rimane un po’ questa sensazione che ci poteva essere qualcosa in più, tipo come nei cortometraggi di Oats Studios di Neil Blomkamp: grande costruzione e cura nei dettagli, ma rimane l’acquolina in bocca senza poter gustare appieno la succosa pietanza.

La seconda traccia, “Into The Silence I Drink” è già più completa e si adatterebbe perfettamente a quegli sceneggiati della Rai di un tempo pieni di mistero e suspense, tipo Belfagor o A come Andromeda, con quel progressive sottotraccia che fa sempre piacere ascoltare. “Message From Neptune” inizia di pura improvvisazione per poi condurci direttamente negli spazi siderali freddi e bui vittime di una minaccia senza nome; ottima costruzione il cui unico difetto è la brevità, perché poteva tranquillamente durare il doppio per permetterci di goderne ancora di più.

Xanax In The Moonlight” (ma come sarà dissacrante e romantico al tempo stesso questo titolo?) ha un piglio iniziale quasi djent, per poi risolversi in un grande pezzo progressive, dove la melodia ossessiva creata riesce finalmente ad essere totale; anche qui un minutino in più non avrebbe guastato, ma la traccia è convincente al 100% e ti viene voglia di riascoltarla più e più volte a nastro. “Return To Stonehenge” è un haiku musicale, se l’haiku fosse composto dagli highlander piuttosto che dai samurai; invece nella conclusiva “Life Is A Joke“, a dispetto del titolo grottesco, si fa maledettamente sul serio, un grande pezzo progressive rock che non ci può riportare alla mente che i sempiterni Goblin, ottima prova della band tutta e plauso al bravo Davide Laugelli per aver messo insieme tanta bella musica in poco più di cinque minuti di brano.

L’operazione cinematografico/musicale mi pare piuttosto riuscita, ora basterebbe che qualche cineasta si facesse avanti perché sarebbe bello avere la riprova della buona sensazione provata con questa colonna sonora ideale per incubi e deliri.

Cristian Angelini

Tracklist:

  1. Blind eyes of a burning dogma
  2. Into the silence I drink
  3. Message from Neptune
  4. Xanax in the moonlight
  5. Return to Stonehenge
  6. Life is a joke
  • Anno: 2023
  • Genere: Cinematic Prog Metal
  • Etichetta: Autoprodotto

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