“The Beginning”, quarto album per la formazione lombarda Genus Ordinis Dei ancora per Eclipse, rilasciato da pochi giorni (8 dicembre 2023) si colloca ampiamente ai vertici della mia personale classifica degli album di quest’anno.
Dopo una carriera musicale costellata di successi e di grandiose pubblicazioni, la band ha attraversato il periodo pandemico per lavorare alacremente ad un degno successore di “Glare of Deliverance”; successore che, nella narrazione lirica, si colloca precedentemente a “Glare..”.
Genus Ordinis Dei hanno ormai raggiunto una maturità artistica consolidata adesso c’era bisogno di raggiungere quella dimensione internazionale che meritano. Questa volta la band non si fregia di ospiti speciali o del magnifico comparto cinematografico che aveva accompagnato l’album precedente, questa volta l’attenzione è tutta per la musica e per le composizioni (Anche se “The Beginning” è anticipato da 5 video in serie veramente molto belli!).
“The Beginning” è un album colossale, bellissimo in tutte le sue sfaccettature, grandi arrangiamenti, suonato in maniera incredibile, produzione sonora veramente al top.
L’album si apre con la struggente introduzione di “Aeternus” che si carica gradualmente della potenza e della maestosità di una vera e propria anthem (“Ante Caelum, Ante Infernum, Ante Deum est Aeternus”). “Changing Star” sposta le coordinate verso lidi più melodici, anche se le punte granitiche ed i blast di batteria la dipingono con il loro trademark sonoro.
E’ la volta di “Genesis”, brano incredibile che ricorda le sonorità dei Septic Flesh ma si spinge ancora in una direzione propria; la personalità stilistica della band è ormai matura e non rischia di essere identificata come “derivativa” di altri mostri sacri. Dopo il breve interludio strumentale di “Chant of the Water” è la volta della maestosità di “The Divine Order” in cui si stagliano le grandi doti vocali di Nick.
“Blackstone” prende la magnificenza melodica dei Genus Ordinis Dei e la spinge verso un groove metal possente e moderno con ottimi risultati, cambiando leggermente le coordinate del loro sound e spingendosi anche oltre il canovaccio stilistico dell’album precedente. “We Are the Strangers” possente ed epica segue lo svolgimento narrativo dell’opera in un rituale arcano; costituisce una sorta di nucleo che racchiude le molteplici sfaccettature di “The Beginning”. “Shaman” strumentale, non fa tirare il fiato e tiene il livello molto alto prima di “The Dragon and the Sword”; brano in cui l’elemento epico è quasi soverchiato dalla potenza e dalla rabbia espressa, custodendo comunque delle preziose variazioni di tempo. “For a New God” forse eccede troppo nel voler completare la narrazione lirica dell’album spingendo l’ascoltatore a seguire l’evento “storico” più della musica. “Chant of the Wind”, altro breve interludio, apre sulla conclusiva “The Fortress Without Gates”; un brano colossale posto giustamente in coda come epitaffio di un percorso che conduce alla fortezza.
Stavolta Genus Ordinis Dei hanno fatto veramente tutto bene, sarebbe un delitto lasciarceli sfuggire! “The Beginning” è clamoroso, un piccolo capolavoro che merita di farli arrivare ancora più lontano.
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Tracklist:
- Aeternus
- Changing Star
- Genesis
- Chant of the Water
- The Divine Order
- Blackstone
- We Are the Strangers
- Shaman
- The Dragon and the Sword
- For a New God
- Chant of the WinD
- The Fortress without Gates
- Anno: 2023
- Genere:
- Etichetta: Eclipse Records
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