Da Roma, al loro battesimo di fuoco.

Di Black si tratta. E di black come si faceva una volta. Non c’è spazio per le innovazioni o per le trovate strane.

Qui si pesca a piene mani dalla fiamma nera, quella fatta ardere (non solo idealmente) da gente come i Mayhem o i Darkthrone.

C’è tutto l’armamentario: riff gelidi e ossessivi, base ritmica martellante, voce in puro screaming.

E ad unire tutto c’è tanta di quella passione che metà basta. Si sente, si avverte a pelle.

Deflleshing danno vita a questo mostro basandosi su un amore sincero, verso quel genere che forse, più di tutti, incarna non solo un modo di suonare, ma anche uno stile di vita.

Cinque pezzi che non faticano ad entrarci dentro. Cinque pezzi diretti e sparati in faccia.

Molto efficace, in “Defleshing a God“, l’alternarsi di screaming e cori, capace di donare al pezzo un’aura quasi mistica.

La titletrack è più martellante, secca, spiraliforme.

Con ‘Krucifix I Maul‘ i nostri rallentano un po’ i tempi, sorretti però da una doppia cassa al cardiopalma. Molto particolare il riff portante, quasi magnetico.

Si chiude in bellezza, con il brano che forse preferisco. Anche qui i tempi sono controllati, preferendo la band puntare sull’eleganza della linea ritmica più che sulla velocità.

In conclusione: un album di black ortodosso, con una produzione sporca ed evocativa al punto giusto. Adatto a chi piace farsi riscaldare dal sound di una volta: sincero, sentito, nero come la pece.

Buonissimo esordio.

 

Maurizio Gambetti

 

Tracklist:

  1. Defleshing A God
  2. Cenotapharium
  3. Krucifix I Maul
  4. Gestatorial Chair Of Sathan Asmodeus
  • Anno: 2023
  • Genere: Black Metal
  • Etichetta: Autoprodotto

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