Tra le più consolidate realtà del Metal estremo italiano gli Apocalyptic Salvation non hanno certo bisogno di presentazioni.

Nati nel magma di Reggio Emilia nel 2007 e consolidati nel 2011 da una combo di elementi rodati nell’underground i nostri macinano successi con una sfilza di ottime produzioni e una intensissima attività live, anche all’estero fiancheggiando nomi molto noti, portando ovunque senza tregua le bandiere del Death Metal più tritaossa e tecnico, dipingendo con esso tematiche riflessive molto profonde ed interessanti come futuri distopici, impegno sociale, fotografie della società moderna.

Analizziamo qui la loro ultima fatica “L.O.V.E.” uscita sotto Punishment 18 Records.

L’artwork realizzato dall’asso artistico Paolo Girardi rende bene l’idea che si vuol trasmettere: una sorta di inno ad una salvifica apocalisse farcita da uno stile “biomeccanico” tipico di una certa frangia del Death Metal.

Diamo fuoco dalle polveri con “The Last Hope” che polverizza un intro disperato di annunci, notiziari e telechiacchiericci in un turbine di ottimo Death Metal pieno di breackdown e sparate in blast senza pietà, un notevole gioco di chitarre in assolo e una tecnica letale e sopraffina.

Un ruggito impressionante apre la dichiarazione di guerra “F_K !” che schiaccia come un macigno col suo mid tempo, growl pazzesco e chitarre come lame, anche qui ottima parte assolista.

Here Is The Love” ci sbatte addosso come un lento uragano pieno di coltelli e “If a God Exist” combina la cattiveria death con il pathos più profondo e riflessivo in modo godibilissimo.

Cannibalistic Salvation” impenna nuovamente tratteggiando lidi quasi Grindcore sparato all’inverosimile, un brano da mosh pit assoluto senza sbagliare una nota, irrompendo con un pressante rallentamento finale.

Una lugubre campana introduce “My Freedom” infrangendosi con un meraviglioso e maestoso riff di apertura, squisiti i riff di ritornello quasi “panteriani” avvelenati ulteriormente con bombardamenti classicamente death che ci portano alla truculenta “No One Survived” che come una macchina da guerra avanza tagliando arti e corpi sfogando la nostra rabbia ingiustamente soffocata.

Bow To None” ferma nuovamente il ritmo puntando su un aura lenta e maligna, riff che fanno scapocciare alla grande e altra grande prova tecnica ed espressiva.che si fa poi detonare da “To Rise Above The Clouds” che dà fuoco ad ogni discorso e ci sbatte in faccia un buon assetto death primi anni 90, un bel pugno nello stomaco, ottima prova alle pelli e una ritmica che rimane scolpita nella mente.

L’album si chiude con una stupenda cover/tributo della celeberrima “Reborn” degli Slayer dall’album “Reign In Blood“(non bisogna mai smettere di ribadire quanto cazzo sia pietra miliare quell’album) suonata con passione viva, genuina ed intensa fino al midollo come è giusto che sia, finale col botto.

Ottima riconferma del talento e dedizione dei nostri Apocalyptic Salvation che a pieno titolo vengono riconfermati tra i pilastri del Death Metal italiano, da supportare e risupportare senza sè e senza ma, tecnica sublime e letale, tematiche intelligenti ed attitudine a mò di bandiera.

Consigliatissimo ad ogni seguace di questa vena (e non solo).

Ottimo lavoro!

 

Draugar

 

Tracklist:

  1. The Last Hope
  2. F_K!
  3. Here Is The LOVE
  4. If A God Exist
  5. Cannibalistic Salvation
  6. My Freedom
  7. No One Survived
  8. Bow To None
  9. To Rise Above The Clouds
  10. Reborn (Slayer cover)
  • Anno: 2023
  • Genere: Death Metal
  • Etichetta: Punishment 18 Records

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