5Simpatico, irriverente, funambolico, classico, mefistofelico, scanzonato; signore e signori ecco a voi Dome La Muerte (accompagnato qui da Luca Valdambrini all’organo, synth, chitarra acustica e cori, Alessandro Quaglierini al basso, Emiliano Giuliani alla batteria).

Toscanaccio di adozione (il padre era un militare trapiantato in quel di Navacchio – provincia pisana – dal profondo Sud del dopoguerra), artista a tutto tondo, musicista creativo, dj surreale, da sempre precursore dei tempi a venire, un personaggio che non si è mai piegato al sistema nè il sitema ha avuto ragione di lui, e per questo ho conosciuto una persona vera, umile, pura, sanguigna.

Ha suonato in diverse situazioni musicali, ha girato con la sua chitarra l’Italia intera in lungo ed in largo ed ha sconfinato in un periodo durante il quale sdoganare (esistevano ancora ben salde le frontiere), sovente, significava imbattersi in avventure a volte al limite del fantascientifico segnate da viaggi il cui ritorno appariva, in taluni contesti, momentaneamente, assai incerto. Con i CCM ha lasciato un segno indelebile nella storia del Punk e dell’Hardcore nazionale e non solo (sono stati una delle poche band italiche ad aver effettuato un tour negli Stati Uniti d’America più di trenta anni fa).

Ritorna qui, con questo progetto, dopo sette anni dall’esordio “Lazy Sunny Day“.

Trattasi di un omaggio strumentale a quello che fu lo Spaghetti Western, un viaggio visionario e distorto che corre fra Sergio Leone ed Ennio Morricone.

A parte l’ultima traccia “When The Night Is Over“, che è tratta dal primo album, ed è l’unica che è cantata da un amico di Dome (qui alle prese esclusivamente con le parti di chitarra elettrica), Massimiliano Larocca, e vede la preziosa collaborazione artistica di Hugo Race (che ci intrattiene con la sua chitarra elettrica e si cimenta nei giri di basso ed accompagna il pezzo con i cori) ed è supportata nell’esecuzione da Nicola Baronti alle tastiere e Matteo Sodini alla batteria; a parte questo brano, si diceva, le altre composizioni sono strumentali e stazionano fra le distese aride ed assolate di un certo Southern (la title track è abbastanza esplicativa di queste atmosfere a cavallo fra il Texas ed il Messico) e fra le strade quando polverose quando fangose di un intimistico Blues.

Una vera e propria colonna sonora che accompagna le cavalcate di maschere solitarie, eroi fuori dal tempo, uomini la cui esistenza sembra non avere un passato, attori erranti che gettano un’occhiata furtiva al futuro più prossimo, incapaci o impossibilitati di una progettualità a più ampio respiro; persone che svogliatamente si concedono qualche sollazzo con bicchieri di pessimo whisky, di quelli che brucerebbero le budella anche al più consumato bevitore e che si regalano i piaceri della carne in compagnia della puttana di turno di ogni paese attraversato. Nel nostro immaginario i film western, al di là del largo successo mondiale di Leone, rappresentano anche la perenne (ed ingiusta oltre che impari), lotta fra i cow – boys e gli indiani (sì proprio come si diceva ai tempi dei soldatini e del fortino): la vibrante distorsione della chitarra nella tanto triste e quanto cupa “Wounded Knee“, ci ricorda il feroce massacro operato da parte dell’esercito statunitense sui nativi Sioux Lakota.

Non so se il nostro morirà in odor di santità, di sicuro questi brani sono poetici, visionari, delicati, stanno a raccontare, e farci ancora una volta immaginare, le gesta di cavalieri pallidi, solinghi e raminghi, un’America dei grandi spazi incontaminati e altamente spirituale.

 

Leonardo Tomei

 

Tracklist:

  1. Intro
  2. Lee Van Cleef
  3. Sweet Littlefather
  4. Rebel Face
  5. Taberna El Cubano II
  6. Wounded Knee
  7. Stickman Blues
  8. Un Treno Per Santa Fè
  9. Long Rifle
  10. Badger Tracks
  11. Hermano
  12. El Santo
  13. Rebel Face (reprise)
  14. Riding Home
  15. Awake
  16. When The NIght Is Over
  • Anno: 2023
  • Genere:
  • Etichetta: GoDown Records

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