Quello dei Tossin Debris è un Rock Dominato dai sintetizzatori, intrappolato in una bolla spaziotemporale ferma a quarant’anni fa. Artefici di questo progetto nostalgicamente proiettato verso un futuro che fu, sono principalmente due musicisti all’apparenza non più giovanissimi: Ryann Stacey sembra un sopravvissuto Marc Bolan di provincia, mentre Stacy Trixx mi ricorda quel tizio losco che distribuiva gli ingressi ridotti per le discoteche fuori dalle scuole.

Se vorrete avere un primo approccio col gruppo tramite i due videoclip prodotti, potrete vederli in tutto il loro splendore, con abiti, strumenti, make-up e capelli catturati in immagini cromaticamente crude e prive di quella patina di post produzione che rende le cose meno squallide, catapultandoci immediatamente agli anni ‘80, confermati dai riferimenti iconografici che pescano a piene mani dai mitici filmacci dell’epoca.

Devoti a San Delay, i nostri sfogano la passione per le tastiere non solo nell’intro e outro del disco, ma utilizzandole come spina dorsale dei singoli pezzi, dove le chitarre nasali e acide, dalla distorsione polverosa ed effettata, fanno da leggero contrappeso, aggiungendo preziose sfumature. Il paesaggio sonoro energico ma morbido, onirico e sospeso che ne risulta, è ottenuto grazie ad un azzeccatissimo lavoro di produzione, capace di conferire un’identità molto precisa.

Tutto bellissimo, quindi? Mah, a mio avviso, le voci sono l’aspetto più debole di questa proposta (incluse quelle femminili): se da un lato l’approccio dimesso e confidenziale funziona benissimo, non posso evitare di pensare che una maggiore precisione e soprattutto un più intenso carisma avrebbero giovato parecchio…

Ho apprezzato molto la capacità del quartetto di scrivere canzoni semplici, orecchiabili, gradevoli, interessanti e diverse quanto basta.

Far From The World” sembra strappata ad un album classico e dimenticato e anche se vi sembrerà di averla già sentita da qualche parte, non potrete resistere al suo riffone, alle strofe rarefatte dove sembra di sentire una batteria Simmons e ai cori del ritornello. “The Dream Keeper” mantiene le atmosfere ombrose e dolcemente inquietanti, con un ritornello malinconico dalla melodia efficace e non scontata.

V (Virtual Alien Heart)” parte con un approccio epico che ricorda quasi i Judas Priest di Turbo, ma il brano si mantiene su tempi medi e ritmiche diradate, rinunciando al ritornellone pigliatutto.

Interessante la cover di Prince (“When Doves Cry”), brano privo di chitarre ritmiche nella versione originale, che se da un lato perde la sua sofisticata eleganza spigolosa e virtuosistica, dall’altro guadagna in incisività e compattezza: gli elementi della composizione sono riutilizzati e la canzone ne esce ristrutturata, malinconica (determinante la scelta di un accordo minore sotto al fraseggio di tastiera, che nell’originale è maggiore) e se possibile ancor più accattivante e radiofonica. Peccato per le voci, soprattutto quella femminile.

Into The Mistery” proietta un immaginario tecnofuturibile (per il 1985…) e ha una struttura curiosa: lunga intro di tastiere, riff quasi heavy per strofe potenti e massicce e un suggestivo ritornello nostalgico (…riot days…), qualche momento più noiosetto, ma una bella atmosfera generale. E a proposito di nostalgia, questa è l’ingrediente principale di “Paper Keys”, dove viene aperta una scatola di ricordi fatta di vecchie foto, biglietti, disegni e memorie di vite passate, per una canzone forse un po’ troppo melassosa, ma certamente evocativa.

Su “Withdrawn” la voce graffiata di Ryann ci regala la performance più credibile, confezionata all’interno di un brano oscuro, minaccioso, teso, coinvolgente, dalle strofe intimiste e dai ritornelli pulsanti. Su “See Me Fall” invece, sembra di sentire una cover band dei R.E.M.

Beh, che dire… “The Sick Society” è proprio un disco di belle canzoni, finalmente!

 

 

Marcello M

 

Tracklist:

  1. The Sick Society
  2. Far From The World
  3. The Dream Keeper
  4. V (Virtual Alien Heart)
  5. When Doves Cry
  6. Into The Mistery (Riot Days)
  7. Paper Keys
  8. Withdrawn
  9. See Me Fall
  10. End Credits
  • Anno: 2023
  • Genere: Hard Rock
  • Etichetta: Autoprodotto

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