Thanit, formatisi nel 2017, provengono dalla Sardegna e sono giunti al debutto discografico nel maggio 2022 con questa autoproduzione dal titolo “Cult of the Ancestors”. Come ricaviamo dalle note biografiche inviateci in redazione sono provenienti da diverse esperienze stilistiche e la loro proposta musicale si ispira a numerose band del panorama Rock e Metal degli anni 70’, 80’ e 90’ oltre all’amore per le composizioni classiche e soundtrack cinematografiche.

La copertina ci anticipa i contenuti dell’album: un uomo e una donna (Adamo ed Eva?) in un tetro ambiente primitivo che sono attratti da una luce proveniente da una fessura ricavata sulle rocce. Un quadro fantasy, ma anche fantascientifico, storico o mistico, comunque molto azzeccato. Azzeccato perché anche la musica dei Thanit è complessa, ci sono miriadi di spunti e richiami a generi e sottogeneri: su una base metal-progressive si staglia incontrastata (forse troppo, ma ne parleremo dopo) la voce soprano di Sara Fadda.

Nei 55 minuti di “Cult of the Ancestors”, divisi in 10 tracce, si viaggia nel tempo e nello spazio sonoro, l’ascoltatore viene messo alla prova, prova di pazienza, di tenacia e voglia di godere appieno di musica non per tutti. Scordatevi canzoni dalla facile presa o cori da sede live.

Waiting for you’ funge da evocativa introduzione a ‘The birth of space and time’, autentica carta di identità dei Thanit, con un equilibrato susseguirsi di tempi veloci e passaggi più ariosi. ‘Mother’ è una suite che fonde il progressive (con i Dream Theater sullo sfondo) alla lirica, dove la voce di Sara catalizza e incanala la canzone su melodie che alternano la voce pulita a quella da soprano.

The glory of old sea man’ è un classico brano hard rock, riff, ritornelli, coro, assolo e finale in crescendo con la voce di nuovo sinfonica. L’apice del disco, a parere di chi scrive, è la seguente ‘Coming Home’, un’altra suite complessa nelle ritmiche e nelle armonie, con un finale epico e molto cinematografico. ‘Sacrifice’ sembra un estratto di un’opera lirica, con gli strumenti elettrici prestati a qualche partitura di Puccini, con il cantato assoluto protagonista.

Born by the flames’ è un omaggio ai primi vagiti prog-rock degli anni ’70, mentre ‘Neverending Life’ è la classica ballata reinterpretata in chiave sinfonica. Si può parlare di Heavy Metal anche in un disco dei Thanit, perché ‘Force of apocalypse’ al netto dei cori operistici è una cavalcata da puro headbanging. Il finale del disco è delegato a ‘Warmonger’ che vira nuovamente sul progressive fino a regalarci un finale con la chitarra in grande evidenza.

E’ un disco di esordio e come tale va giudicato: c’è tanta carne al fuoco che si materializza nei numerosi cambi di stile tra un pezzo e l’altro. I migliori risultati i Thanit li raccolgono sulla componente metal-progressive anche se sarebbe preferibile appoggiarsi maggiormente sulle chitarre che spesso risultano solo di contorno ad una struttura basata sul duo voce/tastiere. Inoltre la voce di Sara Fadda, sulle cui doti canore non troviamo difetti ma anzi ha il grande pregio di non assomigliare a nessuna delle sue più famose colleghe, è talvolta troppo dominante: per esempio in ‘Force of apocalypse’ l’uso eccessivo della voce soprano risulta dannoso alla riuscita del brano. Bene la (auto)produzione con gli strumenti che si individuano chiaramente, della copertina abbiamo già detto.

In attesa e con la speranza che riescano ad accasarsi ad una casa discografica che sappia giustamente valorizzarli ed indirizzarli vi consiglio di ascoltare i ThanitSara FaddaDaniele Fois alla batteria, Maurizio Fois alle chitarre, Diego Russo alle tastiere e Nanni Carta al basso.

 

Filippo Marroni

 

Tracklist:

  1. Waiting for…
  2. The birth of space and time
  3. Mother
  4. The glory of an old sea man
  5. Coming home
  6. Sacrifice
  7. Born by the flames
  8. Neverending life
  9. Forces of apocalypse
  10. Warmonger
  • Anno: 2022
  • Genere: Hard Rock heavy Metal Rock
  • Etichetta: Autoprodotto

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