METHEDRAS – Human Deception

‘Human Deception‘ giunge a circa cinque anni di distanza dal precedente “The Ventriloquist”.

L’album vede l’ingresso nella formazione di Rex Caruso (ex I.R.A. e Node) alla voce e di Edo Sala dei Folkstone alla batteria.

Registrato presso i Fredman Studio di Goteborg da Fredrik Nordstrom, ‘Human Deception‘ vede anche la collaborazione di Francesco Ferrini dei Fleshgod Apocalypse e di Giacomo Gastaldi.

I Methedras maturano di album in album.

‘Human Deception‘ rappresenta la sintesi perfetta delle varie anime che abitano la band: l’aggressività e la velocità del thrash si sposa alla perfezione alla solidità e ferocia del death, in una soluzione unica, in una sintesi nella quale non è più facilissimo distinguere i vari ingredienti.

Ciò, di solito, accade quando un gruppo raggiunge la sua vera natura, quella che non ti permette più di parlare di generi particolari ma, semplicemente, del genere proposto dalla band in questione.

Insomma, è inutile girarci intorno: I Methedras sono i Methedras. È il modo migliore per descriverli.

L’album è una bomba.

La sezione ritmica è un vero schiacciasassi, i riffs si susseguono in maniera entusiasmante, nella loro ricchezza, solidità e violenza. La prova di Rex Caruso alla voce è veramente degna di nota, sino a non far rimpiangere Claudio Facheris che, di certo, non è proprio l’ultimo arrivato.

Il lavoro si snoda anche su momenti che escono un po’ fuori dall’ortodossia del suono “Methedras”, momenti in cui le atmosfere si fanno più “ariose”, consentendo ai brani di aprirsi per poi richiudersi improvvisamente, in un gioco di soluzioni che permette di esaltare ancora di più la dinamica e la potenza dei pezzi.

In definitiva: un album complesso, articolato, vario, nel quale compaiono moltissime diverse sfaccettature, ma che riesce, comunque, a mantenere una compattezza veramente degna di nota, come si trattasse di cinque dita che, pur distinguendosi l’una dall’altra, si stringono in un pugno.

E questo pugno, ragazzi, viene assestato bene.

Quindi, preparatevi.

Maurizio Gambetti