‘The Highest Law’ è il quinto album in studio dei Lombardi Necroart, che ci deliziano il palato con un death metal con vaghi rimandi al black e forti richiami a un gothic vecchio stampo composto da arpeggi malinconici e giri di pianoforte dai sapori nostalgici. Il disco è composto da otto brani, ed è stato rilasciato nel 2023 dalla Nova Era Records.

The Highest Law’ è un disco composto da otto brani dall’aura introspettiva e personale, e oso dire che anche i momenti più malvagi sembrano in qualche modo tenere viva questa sensazione di introspettività, con testi prevalentemente in inglese, ma anche in in Italiano (‘Calvario’).

Dopo l’intro ‘Inhale’, fatta di rumori, voci alterate, una tastiera quasi apocalittica, ci muoviamo subito verso la più movimentata ‘Son of Worms’, che si fa forte di una distorsione che ricorda un death/melodic death più primitivo ma funzionale, con un cantato quasi urlato che si muove sotto una batteria dai suoni blackeggianti ma essenziali.
Sebbene ‘Son of Worms’ sembri dare il via alla violenza, in realtà questo disco nasconde molte idee melodiche e quasi rilassanti (anche se io, a costo di autocitarmi, preferisco il termine “introspettive”). ‘Still Dying God’, infatti, è un mix mosso prevalentemente da una chitarra che prima propone un arpeggio sotto cui si muove una voce quasi sibilante, per poi aprirsi con un giro in distorsione molto diretto ed efficiente che muta anche il cantato, che torna ora a urlare, ora a proporre una sorta di colore baritonale. ‘The Highest Law’ è una ballata vera e propria della durata di quasi nove minuti, in verità si tratta di un brano piuttosto complesso e variegato che scorre via proprio bene, e sopratutto senza mai attaccare una singola distorsione. E credo che questo metta in luce anche una certa classe. ‘For Any Earth is Sky’ è un intermezzo che dura meno di due minuti, un brano conciso dove una voce quasi dittatoriale sembra declamare qualcosa, accompagnato da una base atmosferica e rumorista composta da chitarra, tastiera e batteria.
E’ ora il turno della già citata ‘Calvario’, un brano cantato interamente in italiano dalle lyrics dirette e allo stesso tempo poetiche, e dal ritornello incisivo, disperato, quasi orecchiabile. Una piacevole eccezione. L’ultimo brano cantato è forse la summa di quanto udito finora, ovvero quel pezzo che non toglie né aggiunge, ma che fa comunque la sua parte, ovvero ‘The Hangman’s Noose’, idea ora tagliente, ora melodica, ora riflessiva. ‘Exhale’ è un’outro dai sapori orchestrali che inizialmente è come se ci lanciasse nel buio, per poi aprire uno spiraglio di luce.

 

Dunque, io credo che ‘The Highest Law’ sia un lavoro piuttosto sofisticato. E’ il primo che sento dei Necroart, ma mi ha lasciato un’ottima impressione. Ho apprezzato i diversi stili canori del cantante, e le atmosfere deprimenti espresse da tastiera e chitarra, che talvolta mi hanno rimandato ora ai primi Opeth, ora ai Dark Tranquillity, ora addirittura ai primi Tristania. Il carico di oscurità che avviluppa i nostri non è da poco, e si fa sentire senza mai risultare pesante o ripetitivo.

Ci troviamo, evidentemente, davanti a persone che sanno quello che stanno facendo. ‘The Highest Law’ è assolutamente consigliato. Ben fatto.

Recensione a cura di Francesco Longo

 

Tracklist:

  1. Inhale
  2. Son of Worms
  3. Still Dying God
  4. The Highest Law
  5. For Any Earth is Sky
  6. Calvario
  7. The Hangman’s Noose
  8. Exhale
  • Anno: 2023
  • Genere: Death Black Gothic
  • Etichetta: Nova Era Records

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