Gli Starspawn Of Cthulhu sono una band proveniente dalla provincia di Vicenza composta da Roberto Biasin (voce, chitarre, synth e basso) e Domenico Groppo (chitarre) espressamente dedicata alle tematiche romantico orrorifere di H.P. Lovecraft. ‘The Cursed Vision‘ è la terza release a distanza di poco tempo da ‘Yog-Sothothery‘ (2020) e ‘Tales From the Unknown‘ (2021), sempre composta da 5 brani e definibile quindi come un Extended Play (più lungo di un singolo ma più corto di un LP, si diceva una volta).

In questo relativamente breve periodo gli Starspawn Of Cthulhu si sono evoluti, seppur sempre all’interno del doom metal, mostrando una maggiore vena melodica a discapito del lato death funeral: andate ad ascoltarvi ‘Colour out of Space‘ o ‘Woods of Shub-Niggurath‘ da ‘Tales from the unknown‘ e stenterete a riconoscerli su questo nuovo ‘The Cursed Vision‘.

Pubblicato dalla tedesca Talheim Records, la copertina ad opera di Eros Veschi, raffigura Chtulhu il mostro tentacolare, essere semi-divino di proporzioni e forza prodigiose che risiede nella perduta città di R’lyeh, in un sonno simile alla morte, nell’attesa che una congiunzione astrale favorevole ne consenta il risveglio. Sebbene non siano i primi ad affrontare tematiche inspirate al geniale scrittore americano, il duo vicentino oltre a farlo con i testi riesce a tradurre con suoni ed atmosfere il pessimismo cupo e angoscioso delle opere di Lovecraft. Gli esseri umani sono, nella scacchiera dell’universo, pedine insignificanti sovrastate da potenze sconosciute e terribili. Lovecraft sdegnava in modo pressoché sistematico ogni forma di “lieto fine”; non a caso, nelle sue storie i protagonisti erano spesso antieroi che andavano incontro a una fine tragica o apparivano come spettatori di vicende terrificanti, il cui esito non erano assolutamente in grado di modificare.

Gli argomenti dei 5 brani di ‘The Cursed Vision‘ pescano a piene mani in questo universo fantastico. “Iranon” è il poeta che vive, da perenne e felice giovane, viaggiando e raccontando la bellezza della propria città di origine prima del triste epilogo una volta tornato a casa. “The Last Raft” è l’incontro del protagonista naufrago con il dio Dagon. “The Black Lotus” è una pianta misteriosa con proprietà allucinogene ed esoteriche che richiama la tematica dello scrittore che compone immediatamente dopo aver ‘sognato’ in uno stato di semiveglia o sotto effetto di droghe (viene in mente l’altro grande scrittore horror dell’800, Edgar Allan Poe). “Blind God” è Azathoth, è il più potente degli dei del mondo lovecraftiano e viene descritto come “il dio cieco che gorgoglia e bestemmia al centro dell’Universo” che secondo alcune leggende avrebbe creato. Un tempo il suo intelletto eguagliava il suo immenso potere, ma un qualche evento ha causato la distruzione della sua mente. “…But Now I’m Suffering”, dal promettente titolo, trae inspirazione dal racconto ‘La Tomba‘ dove il protagonista tutte le notti dorme in quella che vuole che sia la sua ultima dimora.

Siffatte atmosfere le ritroviamo nella musica degli Starspawn Of Cthulhu, horror fantascientifico che in questa release abbandona l’epicità dei primi episodi ma acquista aperture melodiche e melanconiche. Il cantato perde aggressività e si fa più narrativo e descrittivo. In questo sviluppo artistico riscontriamo luci e ombre. Il cantato per esempio rappresenta un difetto: la voce di Roberto Biasin, carente di carisma, sembra fuori contesto. I riff portanti invece sono ben congeniati ma la batteria programmata è prevedibile e priva di ‘fill’.

The Cursed Vision‘ chiude una trilogia complessa e mai banale, soprattutto in questo stretto legame testo/musica che rende l’opera dei vicentini unica, sicuramente originale ma non priva di difetti. Subito dopo la pubblicazione di questo EP, Domenico Groppo è uscito dalla band, trasformando di fatto gli Starspawn Of Cthulhu in una one man band, con il solo Roberto Biasin a portare avanti il progetto. L’augurio è che con l’arrivo di nuovi membri, soprattutto un cantante ed un batterista, possiamo vederli all’opera in sede live, per compiere un ulteriore gradino artistico.

Filippo Marroni

 

Tracklist:

  1. Iranon
  2. The Last Raft
  3. Black Lotus
  4. Blind God
  5. …But now I’m suffering
  • Anno: 2023
  • Genere: Doom
  • Etichetta: Talheim Records

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