I Black Rainbows non hanno certo bisogno di presentazioni, formatisi nel 2007 niente e nessuno li ha più fermati. Con la loro maestria degli strumenti si sono in poco tempo piazzati in testa alla scena Stoner Metal nostrana sfondando le barriere verso il successo anche all’estero, con innumerevoli tour trionfali in giro per l’Europa e negli Stati Uniti.
La loro musica, vergata di fuzz e “90’s psych” non è mai stata statica ed ossificata, di opera in opera hanno saputo esplorare e spremere ogni goccia sonora che questo stile può fare mettendoci della sana inventiva ed arricchimento.
Con questo ultimo album “Superskull” i nostri hanno trovato un bell’ equilibrio compositivo e molto ispirato, arrivando a sondare territori “Space Rock” al limite dell’immaginazione oppure tonalità più “ballad” avvolgenti, il tutto senza dimenticare l’ossatura Stoner di acciaio. L’artwork riprende i classici stilemi psichedelici e “fumettosi” dello Stoner senza essere mai troppo ripetitivi.
Il riffone desertico di “Apocalypse March” apre il fuoco immergendoci in un bel Stonerone da battaglia con una bellissima esecuzione, riff travolgenti, drumming perfetto e un cantato godibilissimo che ti entra subito in testa senza mai lasciarti, mentre “Superhero Dopeproof” stempera il tutto con un suo ritmo più “strafottente” e deliziosamente “Garage” intinto poi nell’attitudine acidissima di “Children of Fire and Sacrifice” con un ottima prova della voce e un coordinamento degli strumenti pazzesco.
“Cosmic Ride of the Crystal Skull” ci ossessiona (in senso buonissimo) con il suo ritmo schiacciante e disperato avvolto in riverberi vocali da trip,ottimi i cambi di tempo “heavy fuzz” che si sciolgono in un calderone psych allucinante che ci porta a “The Pilgrim Son“, un inaspettato stop pieno di atmosfera cosmica indescrivibile, un susseguirsi di intricate parti psichedeliche che ti fanno letteralmente galleggiare nello spazio accompagnate in seguito da una parte più robusta e solenne ed un onirico cantato.
“Till the Outerspace” ci riporta invece in un suadente Stoner classico travolgente dal tiro quasi Hard Rock classico, perdendosi poi nell’atmosfera solitaria e fiera di “Lone Wolf” che tocca lidi sabbathiani con maestria.
“King Snake” rompe di nuovo le acque con le sue parti quiete ed acustiche notturne molto ben fatte e piene di ispirazione con giochi sonori di fondo veramente eccellenti, da pelle d’oca.
“Desert Sun” rialza la potenza con un riff opprimente come appunto il sole del deserto (ribadisco, in senso buonissimo) e il trascinante cantato come un serpente che si muove tra i sassi e le dune mentre “All The Caos in Mine” da sfogo alla dimensione più intimista e “dolce” con bellissimi arpeggi e una batteria che accentua il tutto.
Il blueseggiante intro di “Megalomania” apre una parte scanzonata con cadenza “stop e go” precisissima lasciando spazio poi a godibilissimi riff pachidermici azzeccatissimi che ci portano alla conclusiva “Fire in the Sky” che vuole chiudere sfoderando tutta la parte Psych di cui sono capaci, psichedelia iniziale come un timer esplosivo e cazzutissimi fuzz iniettati di assoli pieni di energia e una ritmica marciante dall’inizio alla fine, finale col botto.
Potrei dire senza timore di sbagliare che questo album è un altra gemma dello Stoner internazionale segnata dai nostri Black Rainbows che dimostrano quanto sia inesauribile questo stile, sempre ispiratissimi, buone idee e sperimentazioni, in stato di grazia compositivo e strumentale. Un opera eccellente di una band eccellente che ogni seguace dello Stoner (e non solo!) deve assolutamente avere!
Ottimissimo lavoro!!
Draugar
TrackList
- Apocalypse March
- Superhero Dopeproof
- Children of Fire and Sacrifice
- Cosmic Ride of the Crystal Skull
- The Pilgrim Son
- Till the Outerspace
- Lone Wolf
- King Snake
- Desert Sun
- All The Caos in Mine
- Megalomania
- Fire in the Sky
- Anno: 2023
- Genere: Stoner
- Etichetta: Heavy Psych Sounds Records
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