In circolazione da oltre un decennio, i sardi King Howl, passano per la prima volta al mio ascolto e di questo me ne rammarico vista la qualità del quartetto in questione, autore di un heavy blues intriso di venature stoner e classic rock, ma non solo. Molto attivi anche in sede live, sia nel belpaese che in Europa centrale dopo sei anni di assenza tornano a dare alle stampe un album, che segue i due precedenti Ep e i due album.
Uscito il 9 giugno scorso per Electric Valley Records ‘Homecoming‘ è composto da dieci tracce più una cover (‘Gimme Shelter‘) dei The Rolling Stones. Come da tradizione della band si tratta di un concept che parla di un viaggio, viaggio che intrapende un giovane che sfugge alla vita rurale, ma che dopo varie peripezie lo vedrà rientrare alla base. Sotto certi aspetti potrebbe ricordare il brano ‘Viaggio Di Un Poeta‘ dei Dik Dik, con le dovute ed ovvie differenze musicali.
Heavy Blues dicevo ed heavy blues sia, con la sferzante ‘The Rooster‘ che apre l’album, suoni tendenzialmente low-fi, da non confondere con l’ottima produzione, per ricreare quei suoni settantiani che tanto piacciono a chi ama il rock. Il brano è una veloce cavalcata che da il via al viaggio del nostro protagonista e protagonista, prima in sottofondo e poi in solitaria è l’armonica. Dopo questa botta di adrenalina arriva il rock’n’roll stoneggiante di ‘From The Cradle‘ che già ci da la misura stilistica dei ragazzi sardi, livelli alti direi a tutto tondo, band di spessore internazionale.
Il nostro ragazzo sale sul treno e ‘The Train‘ trasuda di blues polvere e tanto whiskey, tra Kyuss e Queens Of The Stone Age i King Howl suonano pesanti, monolitici e senza riguardi. L’armonica che introduce ‘John Henry Days‘ ci proietta in un cosmo fatto di spoken word per una simil ballata western dai tratti psichedelici, assai stuzzicante quando poi sale di tono coinvolgendo al massimo la parte acid psychedelic.
Rock d’autore nella bella ‘Motorsound‘ che scuote le menti e i corpi immolandosi al dio camion, prima di iniziare il percorso a ritroso introdotto dalla oscura e doomeggiante ‘Slowly Coming Down‘ che palesa l’anima psichedelica della band sarda. Travolgente ‘Tempted‘ poco meno di tre minuti senza respiro dove trovano sfogo reminescenze country velocizzato, blues e qualche tratto stoner nei rallentamenti improvvisi, forse se dovessi scegliere la eleggerei come mia preferita.
‘Jupiter‘, ispirata dal romanzo ‘The Never-Open Desert Diner‘ dello scrittore James Anderson, pone l’attenzione verso un suono che più granitico non si può col suo incedere desert/stoner che non fa prigionieri. Con l’entrata in scena dell’Hammond ‘The Great Blue Heron‘ irrompe massiccia nelle nostre orecchie deliziandole di così tanta eleganza, qui la coesione dei musicisti e del cantante è micidiale, i miei complimenti a Diego Pani (voce, armonica), Marco Antagonista (chitarra), Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria), Andrea Schirru è l’ospite all’organo.
Arrivati a questo punto del viaggio ci sta benissimo la cover di ‘Gimme Shelter‘, versione più grezza e stonereggiante che omaggia brillantemente l’originale, e anzi, a mio personale avviso, la rende anche più affascinante. Il viaggio è ormai giunto alla fine e ‘Home‘ ne è la sua cartina tornasole. Epitaffio di oltre cinque minuti in cui i nostri pards ci danno ampia dimostrazione della loro qualità esibendo un rock acido con le venature blues che ci riconduce al sound settantiano in un tripudio di suoni.
Per il sottoscritto una gran bella scoperta, per chi li conosce una grande conferma e per chi vi si vuole approcciare il mio consiglio di farlo quanto prima, se cercate qualità, spiccata personalità e tanta buona musica che richiama il passato ma che è proiettata verso il futuro, questo è il disco giusto.
Klaus Petrovic
TrackList
- The Rooster
- From The Cradle
- the Train
- John Henry Days
- Motorsound
- Slowly Coming Down
- Tempted
- Jupiter
- The Great Blue Heron
- Gimme Shelter (The Rolling Stones Cover)
- Home
- Anno: 2023
- Genere: Heavy Stoner Blues Classic Rock
- Etichetta: Electric Vallley Records
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