Se vi siete mai chiesti come potrebbe essere affondare in una vasca di fanghi radioattivi, ebbene questo EP dei PUTRIDITY è la risposta.

Il brutal death proposto è serrato e monolitico, ti costringe in un angolo con incessanti mutazioni ritmiche, improntate ad un parossismo esecutivo che coniuga tutto il repertorio del blast-beat, e del batterismo estremo in genere, ad un riffing chitarristico frenetico che pesca a piene mani dal repertorio ipercinetico coniato dai Morbid Angel e confermato da Nile ed Hate Eternal. Quello fatto di scalate rapidissime e serrate punteggiate di armonici artificiali. Non mancano le soluzioni del brutal più essenziale, il palm muting monocorde che asseconda il rullante in battere e quello ultra-rallentato a scandire progressioni cromatiche doppiato dal basso a scandire una pesantezza sostenuta da un tappeto di doppia cassa.

A valorizzare un tasso tecnico consistente ed efficace in tutti i comparti, troviamo una produzione che rasenta la perfezione nel porre in giusto rilievo il lavoro batteristico di prim’ordine, senza sacrificare l’intellegibilità del lavoro delle chitarre e incastrando perfettamente nelle composizioni un growl grave e gutturale che ha un retrogusto di pig squeal non stucchevole.
A rendere l’aggressione più efferata, in un minutaggio compressissimo delle tracce (una media di 2 minuti e mezzo ciascuna), si impone l’elevato numero di cambi di tempo e metrica, punteggiati da stacchi subitanei in cui per una frazione di secondo uno strumento rimane da solo prima che la sezione ritmica riprenda il massacro.
Il lavoro in esame è costituito da quattro tracce originali e una cover dei Cannibal Corpse (‘Ecstasy in Decay‘) che, pur tradendo atmosfere e criteri compositivi differenti, viene rielaborata dai nostri con padronanza, pur risultando a parere di chi scrive nulla più che un omaggio ai prime-movers di questa inclinazione del metal estremo.

Più interessanti le tracce originali di cui due sono riarrangiate dal repertorio dei PUTRIDITY e due sono una gustosa anticipazione del prossimo full-lenght in preparazione. Lavoro in cui mi aspetto conferma delle coordinate stilistiche qui ben assodate e che dimostrano non solo l’evoluzione del combo in questione, ma del brutal-death in genere. In quest’ottica forse va letta proprio la cover proposta: il punto di origine di cui si è mantenuto lo spirito, la spinta evolutiva ed eversiva contestualizzata storicamente, la sostanza insomma ma non di certo la “forma”.
Sicuramente i PUTRIDITY si elevano di varie spanne rispetto a proposte che del brutal combinano i soliti ingredienti in ricette stantie ricadendo nel puro manierismo, disinnescando così la brutalità della proposta che sovente si dimostra un mero esercizio stilistico. Nella proposta dei PUTRIDITY invece, l’iniezione vigorosa di partiture di death metal tecnico e l’incastro frenetico delle sezioni fa la sacrosanta differenza nel mantenere alto il tasso di aggressione, trascinando l’ascoltatore in un flusso di coscienza annichilente.

 

Compresso da un’oscurità fangosa che pulsa e ustiona la pelle e fa vibrare le ossa dall’interno di un calore gelido che monta e cresce. I muscoli si sfibrano non più legati allo scheletro da tendini che si fanno gelatina. Gli occhi implodono mandando al cervello esplosioni di luce strutturata in geometrie complesse: è il canto del DNA che si ristruttura nella vibrazione nucleare verso una nuova struttura umana. Un cascame di carne guizzante che danza in un’agonia immobile. E prima che i polmoni capiscano che non ci sarà mai più aria per loro, sei già polvere.

 

[samaang ruinees per italiadimetallo]

 

TrackList

  1. Adipocere Retribution
  2. Sodomize Epileptic Chunks
  3. Fermented Entrails
  4. Molten Mirrors of the Subjugated
  5. Ecstasy in Decay [Cannibal Corpse cover]
  • Anno: 2023
  • Genere: Brutal Death Metal
  • Etichetta: Willowtip Records

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