DEVIATE DAMAEN – Soqquadro Tanz

Quando si dice “fuori dagli schemi”.

L’opera dei Deviate Damaen è, esattamente, un distruggere gli schemi, dove per schemi si intende “genere”, “etichetta”, “cornice”, “definizione”, e chi più ne ha più ne metta.

Questo lavoro può considerarsi una sorta di opera al nero. Quel processo che secondo gli alchimisti consisteva nel distruggere. E lo fanno a tutti i livelli. A livello prettamente strumentale si passa come se niente fosse dall’elettronica, alla dark wave, passando per il punk e per il black metal. Peraltro i passaggi da un genere all’altro sono improvvisi, quasi senza senso. Schizofrenia allo stato puro insomma.

La voce manco a parlarne: si va dal pulito, al growl, passando per il narrato e lo screaming.

Insomma, un disco che non ha nè capo nè coda. Creatività e libertà allo stato puro.

E, se devo essere sincero, adoro tutto questo.

Si, lo adoro, perchè non sai mai cosa aspettarti. E’ stimolante, coinvolgente, fresco, sempre inatteso. E soprattutto suonato bene. Ci sanno fare con gli strumenti, e come se ci sanno fare.

Cosa chiedere di più? Una boccata d’aria fresca, in mezzo a tante proposte che soffocano in stilemi già sentiti e risentiti, o che si prendono dannatamente sul serio, troppo sul serio, fino ad apparire pompose e ridicole.

Devo essere onesto: quando ho visto la copertina ho pensato ad una trovata goliardica. E non avevo grosse aspettative.

Contentissimo, invece, di essermi sbagliato.

Bravissimi.

Maurizio Gambetti