I milanesi Crimson Dawn giungono alla pubblicazione del loro quarto album ‘It Came from The Stars‘, edito dalla Punishment 18 Records e prodotto da Mattia Stancioiu. Rispetto al precedente disco ‘Inverno‘ accanto al fondatore e mentore Dario Beretta (Drakkar) ci sono sempre Marco Rusconi alla chitarra, Alessandro Reggiani Romagnoli al basso, Luca Lucchini alla batteria ed Emanuele Laghi alle tastiere (che ha lasciato la band proprio in questi giorni rimpiazzato da Lele Triton); ma la vera novità è dietro al microfono dove al posto di Antonio Pecere, troviamo Claudio Cesari (Crawler).

Autori di un doom fortemente legato a Candlemass e Trouble con questa nuova release il suono dei Crimson Dawn si evolve con spunti progressive, atmosfere mediterranee, influssi maideniani e tanta epicità. I temi trattati sono fantasy, misteriosi, malinconici e legati al mondo della letteratura horror. Dopo l’intro ‘Prospero’s Castle‘, in puro Goblin style, la cadenzata ‘The Masque Of Red Death‘ ci ipnotizza con un riff sabbathiano ammorbidito dalle tastiere e dalla pulitissima voce di Claudio Cesari che intona una delle più belle melodie dell’intero disco.

Hunter’s Dream‘ con le sua atmosfera onirica è un gustoso assaggio delle doti compositive della band, anche se posizionata nella parte iniziale della setlist penalizza l’approccio con l’ascoltatore. ‘Fade Away‘ sarebbe stata perfetta al suo posto, un energico pezzo hard rock preso direttamente dalla carriera solista di Dickinson; sempre prezioso il lavoro delle tastiere, di grande gusto senza sovrastare la chitarra. A metà del cammino i Crimson Dawn piazzano il capolavoro: ‘Nera Sinfonia‘, cantata in italiano, rompe tutti i richiami che avevamo sentito finora: questi sono i veri Crimson Dawn, carismatici, riconoscibili, autori di un pezzo che dovrebbe segnare il loro futuro, canzone grandiosa ed epica, persino la voce di Claudio cessa di ricordarci altri cantanti e ci rivela una propria identità.

Solace in Death‘ e ‘The Ringmaster‘ riprendono le sonorità di ‘Fade Away‘ ma risultano meno ispirate. A risollevare la tensione calata dopo ‘Nera Sinfonia‘ i Crimson Dawn piazzano altre due bombe con ‘Of Gods and Mortals‘, di nuovo su binari prettamente melodic-doom, e la finale ‘The Colour Out Of Space‘, vicina agli ultimi Iron Maiden con un approccio progressive metal che arricchisce ulteriormente la proposta artistica della band milanese.

Giunti al quarto disco i Crimson Dawn erano attesi ad una prova di maturità che raggiunge sicuramente la sufficienza; ma accanto a indiscussi pregi esecutivi ed a una produzione impeccabile, ‘It Cames From The Stars‘ risulta ancora privo di una marcata identità, con evidenti richiami a generi (doom, hard, heavy, progressive) e gruppi (CandlemassIron MaidenBruce DickinsonDomine) non sempre ben amalgati. L’unica vera perla del disco è rappresentata dal pezzo in italiano, anche perchè la nostra lingua si addice all’armoniosa atmosfera della ‘Nera Sinfonia‘.

Potrebbe aver inciso anche il cambio dietro al microfono, fatto sta che rimane un retrogusto amaro, di occasione mancata; i Crimson Dawn hanno tutto il tempo, le doti e le caratteristiche per imporsi nell’immensa offerta musicale del metal underground.

 

Filippo Marroni

 

TrackList

  1. Prospero’s Castle
  2. The Masque Of Red Death
  3. Hunter’s Dream
  4. Fade Away
  5. Nera Sinfonia
  6. Solace In Death
  7. The Ringmaster
  8. Of Gods And Mortals
  9. The Colour Out Of Space
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Punishment 18 Records
  • Genere: Doom Metal

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